Piccoli esperimenti di Felicità
di Hendrik Groen
Titolo: Piccoli esperimenti di Felicità
Autore: Hendrik Groen (Traduttore: A. Rossi)
Serie: //
Edito da: Longanesi
Prezzo: 9,90 € cartaceo
Genere: Narrativa
Pagine: 380 p.
Trama: 83 anni e un quarto sono 37.765 giorni. E sono proprio tanti. 83 primavere senza la certezza di vedere la prossima, o che ne valga la pena. Hendrik è il tipo d’uomo che fa conti del genere ogni giorno. Anche perché nella sua casa di riposo c’è poco altro da fare. La vita trascorre placida, fin troppo: due chiacchiere con l’amico Evert; la curiosità per i nuovi arrivati e la sopportazione della severissima direttrice, probabilmente nipote di un ex gerarca nazista. Hendrik ha sempre fatto buon viso a cattivo gioco, ma ora si chiede se davvero ne sia sempre valsa la pena. E soprattutto se vale la pena di continuare così. E siccome nella vita bisogna avere dei progetti, o perlomeno fare degli esperimenti, Hendrik decide due cose. La prima: farsi dare dal suo medico la pillola della dolce morte. La seconda: concedersi un anno, prima di prenderla, e in quell’anno fondare un club. Nasce così il Club dei vecchi ma non (ancora) morti, con regole di ammissione rigidissime per partecipare alle varie attività, tra cui: l’ingresso a un casinò, un workshop di cucina, un corso di tai chi… In quest’anno di vita succederanno tante cose, tante scoperte, tante perdite e molti piccoli esperimenti di felicità… E alla fine si vedrà chi l’avrà vinta: la pillola o una nuova primavera da attendere.
Nome Serie:
1. Pogingen iets van het leven te make – Piccoli esperimenti di felicità
1.5 Verjaardagskalender (calendario)
2. Zolang er leven is (inedito)
di Sil.lav
Il problema vero non ha soluzione.
La mia analisi è questa: l’invecchiamento è un processo inverso rispetto a quello del neonato che diventa adulto.
Fisicamente si passa dall’essere indipendenti all’essere sempre meno autosufficienti. Una protesi all’anca, un bypass, una pillola qua e là; sono rimedi palliativi. Se la morte si fa attendere troppo a lungo, finisci per diventare un poppante anziano che balbetta, porta il pannolino e ha il naso che gli cola..
Piccoli esperimenti di felicita è un diario. È la cronaca di un anno di vita narrata da Hendrikus Gerardus Groen. Un uomo di 83 che vive presso un R.S.A. al Nord di Amsterdam. Stufo di essere ricordato solo come posato e gentile, decide di tenere un diario, un resoconto dettagliato e senza filtri della vita in una casa di riposo.
Proprio per questo il suo stile è spesso irriverente ed ironico senza, comunque, mancare di umoristico. Nel suo racconto non mancano ne scene esilaranti, come l’assassinio dei pesci del terzo piano, ne eventi drammatici. La narrazione prosegue in maniera disincantata senza essere oppressiva. Nel libro non c’è un argomento che non è trattato, perché troppo scomodo, si parla dalla politica ai soprusi, dall’eutanasia al lento declino fisico. Anche tematiche imbarazzanti come potrebbe essere il problema del “gocciolamento” o l’utilizzo del pannolone è raccontato con semplicità, pur toccando tematiche delicate non si cade nel pesante, si accenna alla cosa e poi si passa avanti per riprenderla in un altro contesto.
Molte persone sono finite qui costrette dalle circostanze: troppo vecchi e non autosufficienti per restare autonomi, ma anche troppo poveri per pagarsi un’assistenza sufficiente. Abituati all’idea che la vecchiaia spensierata sarebbe trascorsa in un ospizio per anziani.
Pian piano, si è iniziato ad avvertire un certo disagio verso il termine ospizio. I « vecchi » sono diventati «anziani». L’ospizio è diventato casa di cura. La casa di cura è diventata residenza sanitaria assistenziale. E da poco mi ritrovo inserito in un’organizzazione di servizi orientata al mercato per l’assistenza su misura basata sull’esperienza.
Ora capisco come mai i costi della sanità sono alle stelle.
La condizione che salta all’occhio è che spesso un anziano è lasciato a vegetare, gli sono negate anche le piccole gioie di ogni giorno, perse nell’organizzazione di un istituto che dovrebbe accogliere i propri ospiti. Non vengono considerati come individui, ma diventano Ospiti e come tali devono rispettare le procedure. Non si fanno eccezioni. Un esempio pratico è quello della signora Brinkman, la quale ha dovuto rinunciare al suo amato animale da compagnia perché non era ammesso in istituto. Il povero animale è morto al canile dopo essere stato diviso dalla sua padrona.
La vita in un ospizio è monotona, molti sono costretti a viverci, non sono molti coloro che lo hanno scelto. Pochi sono gli eventi che danno un tono alle giornate. Ci si dimentica che vecchio non vuol dire per forza ad un passo dalla morte. Proprio per questo nasce il club Vecchi-ma-mica-morti (Vemamimo). Un gruppo di pensionati che cerca di rendere più gradevole lo scorrere del tempo. Cerca di vivere, mentre il resto del mondo li vorrebbe messi da parte.
Non è un libro dinamico pieno di avvenimenti eclatanti. Non c’è una tensione crescente a mantenere desto il lettore, ma senza accorgertene, giorno dopo giorno attraverso gli occhi di Groen, ci accorgiamo come la storia ci catturi. Sarà lo stile, saranno i protagonisti, Evert matto ed irriverente o Eefie gentile e carismatica, e tutti gli altri membri del club. Tutti personaggi sono bellissimi e molto ben delineati. Le piccole avventure del Vemamimo ti fanno capire che si può sempre fare qualcosa, migliorare anche nel proprio piccolo. Viene insegnata una importante lezione , non si deve mai smettere di lottare, di dare il meglio di sé, si può sempre cercare di migliorare la propria vita.
Il livello di civiltà di un paese si vede da come vengono trattati i cittadini più anziani e deboli. Il modo stupido e irrispettoso con cui nei Paesi Bassi stanno tagliando l’assistenza agli anziani crea un terreno fertile per il più bieco populismo. Viviamo in uno dei paesi più ricchi del mondo, ma il messaggio che passa continuamente è che la sanità non sarà più sostenibile.