Siamo volati in esclusiva a Los Angeles per provare una versione quasi definitiva del nuovo sparatutto firmato Turtle Rock Studios
Evolve è stata forse la sorpresa più dirompente di questo 2014, e se non fosse stato rinviato all'inizio del prossimo anno sarebbe stato sicuramente uno di titoli più interessanti in quella che di fatto è stata la prima stagione autunnale delle console di nuova generazione.
Tuttavia, a ben vedere, la nuova data d'uscita fissata per febbraio gli ha evitato il pericoloso scontro diretto con franchise che da anni macinano milioni di copie e che avrebbero facilmente oscurato questa nuova proprietà intellettuale, sacrificandone l'indubbio potenziale. Dopo aver fatto incetta di premi in tutte le principali fiere estive, il titolo pubblicato da 2K Games si è mostrato il mese scorso in una Big Alpha invero piuttosto scevra di contenuti, ma che ha permesso a moltissimi giocatori di mettere mano per la prima volta sul prodotto. Mossa saggia da parte degli sviluppatori che sfruttando la cassa di risonanza di piattaforme quali YouTube e Twitch hanno avuto una grande visibilità che gli ha permesso di rimarcare una volta di più quanto l'insolito mix di multiplayer cooperativo e competitivo rappresenti effettivamente un'alternativa concreta all'offerta degli sparatutto più blasonati. Nonostante queste premesse non sarà comunque facile ritagliarsi uno spazio, soprattutto per la decisione di offrire un'esperienza di gioco esclusivamente multigiocatore non supportata da una campagna in singolo, aspetto che continua a far storcere il naso a molti appassionati in questo inizio di generazione. Con la linea del traguardo sempre più vicina, siamo volati in esclusiva in California, per incontrare i ragazzi di Turtle Rock Studios e giocare una versione di Evolve molto vicina a quella finale.
Quattro nuovi amici
Come già saprete se avete partecipato alla Big Alpha, il cuore dell'esperienza di Evolve è costituito dall'atipica formula dei combattimenti quattro contro uno, con un team di cacciatori da una parte e un solo giocatore nei panni di un mostro gigante dall'altra.
Il mondo di gioco ha le fattezze di Shear, lontano pianeta su cui in un futuro prossimo gli esuli terresti hanno cercato rifugio dopo aver prosciugato tutto quello che la Terra aveva da offrire. Qui però hanno trovato un'accoglienza decisamente ostile e si sono organizzati in squadre da quattro elementi, ognuno con un ruolo specifico, per respingere la minaccia. La sinergia tra le abilità dei vari componenti è fondamentale per avere la meglio sul mostro ed è proprio sulla netta distinzione tra le classi che Evolve mostra tutto il suo carattere. La Big Alpha ci ha dato la possibilità di provare a fondo i primi due esponenti di ciascuna classe - Assault, Trapper, Support e Medic - che abbiamo trattato in un precedente provato, ma durante l'evento californiano abbiamo messo le mani in esclusiva sugli ultimi quattro personaggi che completano il roster, tutti molto interessanti per armi ed equipaggiamenti. Il primo che abbiamo incontrato è Abe, un solitario ex cacciatore di taglie intergalattico dai modi burberi e poco incline alla conversazione. Abe è un trapper armato con uno shotgun modificato capace di infliggere ingenti danni ravvicinati e sparare colpi devastanti anche dalla lunga distanza, pagando lo scotto di tempi di ricarica più lunghi. Come ogni trapper utilizza la cupola portatile per intrappolare il mostro, in aggiunta alle granate di stasi per rallentarlo e alla pistola tracciante che ne segnala la posizione per 45 secondi. Caira è il nuovo medico del gruppo, nonché il cervello del team, e utilizza principalmente un lanciagranate dalla doppia valenza strategica: offensiva se caricato con il napalm, difensiva se invece impieghiamo particolari munizioni curative che restituiscono parte dell'energia ai compagni nelle vicinanze. Il bello di quest'arma è che restituisce un'esperienza puramente shooter anche con una classe molto spesso limitata in tal senso, colmando una lacuna che frequentemente porta i giocatori a considerare i medici meno interessanti e divertenti da giocare per le particolari meccaniche che vi gravitano intorno. Qui non ci sono compromessi, il feeling pad alla mano è estremamente soddisfacente. Il terzo Assault è Parnell, un ex-soldato di colore cresciuto tra fumetti e supereroi. È un'autentica macchina da guerra come testimoniamo il suo fucile e il lanciarazzi automatico, entrambi devastanti. Sul fronte della abilità ha a disposizione uno scudo che assorbe completamente i danni per un breve periodo di tempo e la modalità Supersoladato, una sorta di scarica di adrenalina che gli permette di muoversi e sparare molto velocemente, ma sacrificando parte della sua salute. Per ultimo Cabot, support carismatico con un passato da poliziotto, munito di un potentissimo cannone a rotaia capace di perforare ogni superficie frapposta tra lui e il bersaglio. È dotato inoltre di un potenziatore di danni che indebolisce le difese del nemico, nonché di un campo di occultamento che rende invisibile tutto il gruppo nel caso la situazione diventi particolarmente scottante. Utilissima anche la cortina tracciante che evidenzia tutte le forme di vita presenti nelle vicinanze per scovare il bestione e stanarlo in breve tempo.
Evolve - Trailer "Evacuation" sulla storia
Arrivano i minion
Tuttavia, nonostante la presenza di dodici personaggi molto interessanti a costituire un ventaglio di scelte decisamente stuzzicante, sarà sul fronte dei contenuti che si giocherà il successo di Evolve. Lo studio californiano ha quindi lavorato a quattro nuove modalità oltre alla già nota Hunt Mode presente anche nella Big Alpha, spostano il focus del combattimento su nuovi obiettivi che vanno a diversificare e rafforzare l'esperienza di gioco.
Nonostante mantenga intatta la formula del quattro contro uno, Nest è una modalità che sposta completamente il focus della partita: al posto di abbattere il mostro e proteggere il generatore, gli hunter dovranno invece trovare le sei uova sparse casualmente per la mappa e distruggerle in un tempo limite di dieci minuti. Di rimando, il mostro deve cercare di preservarne almeno una per aggiudicarsi la vittoria. Di primo acchito il tutto può sembrare banale, non fosse che siano bastati pochi istanti per renderci conto delle implicazioni strategiche insite in questa nuova modalità. Nei panni degli hunter, avendo segnalate sul radar solamente le due uova più vicine alla nostra posizione abbiamo deciso di dividerci e di aggredirle entrambe, mettendo subito in allarme il Goliath, il quale, trovando il team diviso, non ha fatto fatica a infliggerci un considerevole ammontare di danni. Una volta ricompattate le forze ci siamo quindi diretti tutti verso lo stesso obiettivo, distruggendolo in breve tempo, ma trascurando il nemico che ha raggiunto indisturbato gli stadi di evoluzione successivi. Di contro, vestendo i panni della fiera ci viene data la possibilità di far schiudere un uovo prematuramente per avere sul campo un minion dalle fattezze di un piccolo Goliath a livello 1 controllato dall'intelligenza artificiale, sparigliando completamente gli equilibri in campo; da una parte la distruzione dell'uovo avvicina i cacciatori alla vittoria, ma dall'altra libera una risorsa capace di cambiare faccia alla partita. Una trovata riuscita, anche se il trucco funziona solamente con un minion alla volta e sarà quindi cruciale decidere se e quando far schiudere l'uovo per ottenere il massimo vantaggio da questo "sacrificio". Le stesse implicazioni strategiche ma con ruoli invertiti le ritroviamo in Rescue, dove sono i cacciatori a dover prestare soccorso a un gruppo di sopravvissuti sparsi per la mappa, prima che il Goliath o il Kraken di turno li facciano fuori. Se in Nest era avvantaggiato il mostro forte di una preziosa risorsa aggiuntiva, in questo caso la bilancia pende ai favore dei cacciatori che possono agire in velocità precipitandosi verso i malcapitati senza lasciargli il tempo necessario per evolversi, contando sull'aiuto degli stessi sopravvissuti che una volta rivitalizzati fanno uso della loro bocca da fuoco. Una variante interessante che, come la precedente non stravolge il gameplay ma lo modifica in maniera sottile, quel tanto che basta per ravvivare Evolve e consegnare al giocatore un'ulteriore convincente declinazione del suo caratteristico multiplayer asimmetrico.
Evacuazione immediata
La terza modalità presentata, Defend, vede invece il team impegnato a difendere una navicella ferma ad una stazione di rifornimento. A differenza delle altre, qui la mappa ci è apparsa subito piuttosto lineare, abbandonando gli ampi spazi circolari in luogo di un largo corridoio che meglio si sposa con la foga dell'azione. Partendo subito dal terzo stadio evolutivo, il mostro accompagnato da coppie di minion si butta subito all'attacco, aumentando considerevolmente il ritmo di gioco rispetto a quanto visto nelle altre modalità. Nonostante l'azione travolgente, delle tre questa è stata la modalità che ci ha convinto di meno, forse per mancanza di carattere. Vi è poi un'ultima alternativa, Evacuation, una sorta di summa di tutta l'esperienza ludica di Evolve strutturata su cinque round, rinominati giorni, ognuno dei quali si rifà ad una modalità differente.
L'obiettivo degli assassini è quello di mettere in salvo i coloni proteggendoli mentre sono in corso le operazioni di evacuazione, mentre il mostro ha il compito opposto di ucciderne il più possibile. Ora, questo è un pretesto narrativo del tutto astratto che ha il solo scopo di contestualizzare una modalità che sente inevitabilmente il bisogno di un valido filo conduttore per tenere alto l'interesse durante tutti e cinque i round e non sembrare solamente un collage di match slegati l'uno dall'altro. Sul campo di gioco infatti non ritroviamo effettivamente le centinaia di coloni da salvare o uccidere, ma questi si concretizzeranno alla fine del round in un punteggio attribuito a uno dei due schieramenti che sarà più o meno elevato in base alla qualità della performance. Lo schieramento che vince inoltre ha diritto a bonus più o meno incisivi, ma il tutto è sapientemente bilanciato in modo tale da non lasciare mai una delle due controparti completamente fuori dai giochi. Se vince il mostro, ad esempio, ci saranno piante carnivore o aree venefiche che danneggiano i terrestri, o al contrario il bestione si troverà ad affrontare torrette più performanti o trappole di rallentamento, ma basta fare la dovuta attenzione per arginarne gli effetti. All'inizio di ogni round chi impersona il mostro può cambiare sembianze così come i cacciatori possono rimescolare classi e abilità, permettendo ai giocatori di provare soluzioni differenti nel proseguo della stessa partita, dalla durata complessiva di circa un'ora. L'obiettivo rimane sempre quello di trovare le combinazioni di abilità più efficaci in determinate situazioni, sperimentando il più possibile. In tal senso, giocare in un team di amici magari provvisti di headset e microfono migliora notevolmente l'esperienza di gioco di Evolve, ma porta con sé tutta una serie di interrogativi sul bilanciamento che verranno dissipati solamente quando i server saranno online. Sebbene a livello di gameplay non ci sia nulla da eccepire, è innegabile come un team esperto e coordinato possa rendere la vita impossibile anche al più bravo Goliath sulla piazza, così com'è concreta la possibilità che le partite di chi è alla ricerca di un'esperienza di gioco più "casual" possano tradursi in uno sterile gioco di inseguimenti che non soddisferebbe nessuno. Inoltre avere anche un solo anello debole nel gruppo pone in seria difficoltà tutta la squadra rendendo di fatto impossibile uccidere il nemico, soprattutto se parliamo di ruoli chiave quali il medico e il trapper, fondamentali per stanare la fiera e mantenere in salute l'intero party. Nonostante ciò, ogni partita che abbiamo giocato ci ha comunque regalato ottime sensazioni, decisamente incoraggianti in vista del lancio di febbraio: i nuovi personaggi e le modalità hanno dato maggiore spessore allo scheletro di un bestione che ha tutte le carte in regola per dire la sua nel difficile panorama degli sparatutto.
Evolve - Videoanteprima