La situazione sconsolante del mio orto sconnesso, non era poi così sconsolante. È bastato rimboccarsi le maniche, togliere un po’ d’erba, potare qualche pianta troppo rigogliosamente e prematuramente cresciuta – mi riferisco all’origano – per ristabilire quell’aspetto culturale alle future colture. Non è un gioco di parole, come ho già scritto in post precedenti l’orto è un’imposizione culturale alle logiche insondabili della Natura. Da Homo Sapiens Sapiens ho stabilito la mia idea di razionalità al mio orto giardino. E mi sono accorto, con felice sorpresa, che nonostante il primo sguardo sconsolato sull’orto ancora vuoto di aprile, qualcosa sta crescendo: la rucola, spontaneamente, spunta dal terreno. Il lampone zampilla come una fontana verde tra la terra incolta, all’ombra del rosmarino.
Il ravanello sta nascendo, ed è l’unica cosa che per il momento ho messo a dimora nell’orto. Ad avvicinarmi con il mio macro alle piccole piantine, alte forse un centimentro, mi sembra di diventare un piccolo lilliputziano che scopre una foresta. Forza ravanelli, date uno slancio a quest’orto ancora vuoto!