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Piccoli scorci di libri, ovvero recensioni assai brevi e poco impegnative #12

Creato il 17 febbraio 2013 da Laleggivendola @LaLeggivendola

Uno stupido angelo, Storia commovente di un Natale di terrore di Christopher Moore – traduzione di Giulia Balducci, Elliot Edizioni 2012
Piccoli scorci di libri, ovvero recensioni assai brevi e poco impegnative #12Era un po' che il vecchio Moore non mi dava così tanto. Diciamo che nella mia scala personale di gradimento, questo finisce subito sotto Biff. È ambientato a Pine Cove e buona parte dei suoi personaggi riempie anche le pagine di Sesso e Lucertole a Melancholy Cove e – ma questo ancora non l'ho letto – Demoni: istruzioni per l'uso. Però è molto meglio di Sesso e Lucertole. Forse dipende dal fatto che conoscevo già quasi tutti i personaggi, o magari è effettivamente la storia a essere più divertente.Allora, ritroviamo Raziel l'angelo tele-dipendente di Il Vangelo secondo Biff. E c'è un Babbo Natale redivivo. E tanti affamati zombie. E le allucinazioni di Molly. Ed enormi alberi di Natale. Tutto avviluppato insieme attorno a una struttura vivace, brevi capitoli che seguono un unico personaggio e che si uniscono al coro per l'assurdità del finale. Morte, sangue e ironia. Ho riso come una matta. Lo consiglio anche a chi magari, dopo Sesso e Lucertole, ha un po' perso di vista il buon Moore. Sapevo che mi avrebbe dato tanto altro di cui gioire.

Signorina Cuorinfranti di Nathanael West – traduzione di Riccardo Duranti – Minimum Fax, 2011
Piccoli scorci di libri, ovvero recensioni assai brevi e poco impegnative #12E anche questo mi è piaciuto un sacco. Solo, ho dei piccoli appunti da fare. Non sul libro stesso, piuttosto sul genere cui appartiene. Ma sono osservazioni tutte mie e personalissime, prima veniamo alla storia. C'è questa Signorina Cuorinfranti, che in realtà sarebbe un uomo, che gestisce una rubrica sul giornale. Una rubrica nata come cinico scherzo, ma che poi è diventata il veleno e l'ossessione di Signorina Cuorinfranti. Ogni giorno si trova a ricevere disperate richieste di aiuto da parte di sconosciuti sgrammaticati che hanno ingenuamente preso sul serio la sua rubrica. Si vede rovesciare addosso le disgrazie di decine di persone, i loro problemi irrisolvibili e finisce col diventarne schiavo. Quella depressione, quella tremenda consapevolezza di non poter fare nulla per raddrizzare la vita di tanti disperati sconosciuti, lo piega. È un racconto brevissimo, una raccolta si episodi che ci fanno solo intuire quale sia stata la vita della Signorina Cuorinfranti prima che diventasse tale. Però è davvero pregno.Veniamo all'osservazione personalissima sul genere. Che è soltanto sul genere, perché non ho critiche da muovere a questo libro, anzi. Soltanto sincera ammirazione. Il fatto è che questo titolo riassume tutti quei motivi che mi portano a stare lontana dalla narrativa americana di inizio '900. Tutta quella disperazione, neanche una scintilla di possibilità di redenzione, nemmeno il più vago appiglio alla speranza. Niente. Solo buio e un'angoscia trascinante. Bello, eh. Però non mi piace quello che mi lascia dentro.
E quindi, che altro? Al momento sto leggendo – e adorando – L'inconfondibile tristezza della torta al limone della Bender. Magari ne parlerò più avanti. Anzi, assai probabilmente. Da domani iniziano le lezioni del secondo semestre all'università, perciò è possibile che io compaia un po' meno. Ma vi assicuro che sarà per le lezioni.A presto!

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