Piccoli Tavecchio crescono (di Michele Serra)

Creato il 08 agosto 2014 da Tafanus

Dalla rubrica "Lo stronzo del giorno" agli exploit del "Re Cafone", dopo l'uscita coraggiosa del candidato alla Federcalcio escono finalmente allo scoperto i nemici del politicamente corretto. Al grido: ridiamo schiettezza e sapore alle parole
Il caso Tavecchio riapre l'annosa piaga del politically correct: dove andremo a finire, se basta dire che i negri sono dei mangiabanane per scatenare un putiferio? Di questo passo non si potrà più dire niente. Per esempio che le donne sono mignotte o i parrucchieri finocchi. Fortuna che, anche grazie al coraggio di Tavecchio e di chi difende il suo diritto alla genuinità, i nodi stanno per venire al pettine: in tutti o quasi i settori della vita pubblica altre personalità eminenti stanno per ribellarsi alle convenzioni ipocrite, restituendo schiettezza e sapore alle loro parole.
HANSI TRAUFEL - È il candidato alla presidenza della Federsci. Nel suo discorso di insediamento ha messo in guardia contro il grave problema degli slalomisti ebrei, che per colpa del naso enorme abbattono con facilità i paletti dello slalom. Allibito per le accuse di antisemitismo, ha spiegato che intendeva solo difendere gli sciatori ebrei dall'evidente svantaggio che il naso enorme comporta per uno slalomista. Ha anche aggiunto di avere molti amici ebrei e di pagare sempre il conto al ristorante per non metterli in imbarazzo.
MARCO BISIRISI - Nel suo seguitissimo blog "Pane al pane" si batte da anni perché la libertà di opinione non sia ostacolata dalle pastoie del politicamente corretto. Nelle rubriche "Lo stronzo del giorno", "Impicchiamolo subito!" e "Taci, maledetta vacca!" espone con chiarezza le sue opinioni su fatti e personaggi della nostra vita nazionale. Un esercito di fan gli chiede di non arrendersi alle pressioni subdole del potere: dietro le migliaia di querele per oltraggio aggravato e diffamazione si nasconde un chiaro intento di intimidazione politica.
PAOLO PAOLONI PAOLON - Cacciatore di frodo, senatore della Lega Nord e presidente del Circolo Bava Beccaris, ha finalmente sfidato l'assurdo divieto di circolare armati per la pubblica via. Con lo schioppo a tracolla, la baionetta sempre lucida, l'elmo da fantaccino che fu di suo padre e di suo nonno, Paoloni Paolon presidia le strade dei borghi della Valsusina. Le festose raffiche di colpi in aria con le quali saluta gli amici sono ormai, in quelle contrade, popolari come il suono delle campane. Ai suoi detrattori e a chi diffida delle armi da fuoco Paoloni replica di non avere mai sparato sulla folla, sebbene le occasioni per farlo non siano mancate. Rivendica anche il diritto di attendamento e quello di scavare trincee in qualunque luogo pubblico.
PAULA LIP - È la leader del nuovo movimento americano contro il femminismo, nato con il proposito di denunciare le falsità e le ipocrisie del movimento delle donne. Avvocato penalista, sta facendo riaprire quasi tutti i casi di femminicidio degli Stati Uniti per concedere all'assassino una forte riduzione della pena. «In quasi tutti i casi», sostiene Paula, «sono le donne a provocare la reazione del loro killer dicendo una cosa sbagliata o sciocca. Si sa, siamo delle incorreggibili linguacciute, noi donne. Non per questo dobbiamo perderci d'animo: verrà un giorno che saremo in grado di non irritare i nostri partner». Idolo dei Tea Party, è attesa in Europa per un ciclo di conferenze, che fa tenere al marito non sentendosi all'altezza. In Italia ha molte fan che la seguono su Facebook nelle pause delle pulizie domestiche, scusandosi per gli errori di digitazione provocati dai guanti di gomma.
CHRISTIAN GNAMMI - Eletto "Re Cafone" nel 2003 sul lungomare di Rimini, da allora si batte ogni giorno contro lacci e lacciuoli imposti dall'educazione. In shorts e canottiera traforata tutto l'anno, anche quando nevica, è in grado di masticare fino a dodici chewing gum contemporaneamente. Partecipa ogni sera a una movida diversa, urlando a perdifiato dal primo all'ultimo minuto sotto le finestre di chi sta dormendo, accusandolo di non partecipare alla festa solo per ipocrita perbenismo. Riceve migliaia di lettere in carcere, dove è recluso per avere provocato lesioni gravi a un maresciallo dei carabinieri con un rutto.

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