In verità mi pare che questo brano sia totalmente slegato, forse non lo capisco nemmeno io, ma non me ne importa nulla. O forse dovrei dedicarmi totalmente all'arte mantica o addirittura alla filosofia, almeno vivrei solo di dottrina pura. Ma se è vero che le vie del Signore sono infinite, forse ce la farò anch'io a sopravvivere a questo olocausto che mi tortura l'anima e a sua volta il corpo.
Il decadimento fisico è la prova schiacciante che l'anima è sull'orlo dell'abisso della disperazione? Avrei fatto meglio a parlarne con il caro, vecchio, Giacomino Leopardi, parlare del senso della vita, del significato dell'essere e del divenire, per poi finire per buttare a mare chissà mai quanti orologi e il loro fastidioso ticchettio.
A volte mi chiedo perché la mia educazione culturale non si è fossilizzata a quelle collane editoriali tipo Bluemoon o Rose Blu, piuttosto che rammaricarmi o stupirmi sulle gesta e le azioni di un Carlo V o di una Elisabetta d'Inghilterra o di papa Alessandro VI Borgia. A che cosa sono servite le loro abbuffate di potere, quando sul più bello hanno dovuto mollare tutto per passare a miglior vita? Del resto anche Verga nella novella "La roba" ce ne dà un caldo esempio. Meglio il focoso Boccaccio, e il raffinato Balzac delle "Sollazzevoli Istorie". E allora qual è il senso del senso?
