sbarre e lacrime.
Mio caro piccolo grande figlio, sì, il mio grande tu sei, con il tuo cuore intelligente capisci già tante cose, me ne sono accorto quando sei venuto a trovarmi qui, e perciò sai, e lo devi sapere, che il tuo papà è triste perché non potrà essere con te il giorno del tuo compleanno. Come mi piacerebbe andare con te davanti alla casa di Francoforte, quando fa buio, o meglio ancora salire sulla grande terrazza a tetto di Berlino per andare a guardare le stelle che già ti piacevano tanto quando non eri che un piccolo frugolo. Qui ho letto molto in un grande libro che parla di stelle (ti ricordi?) e intanto pensavo spesso a te e a quando una volta, dopo l’allarme aereo, volevi vedere le stelle, e c’erano quelle due belle luminose che stanno sempre insieme e anche quella grande, e tu volevi sapere come si chiama. Lo sai ancora?, o no, certamente no; è il re degli astri, Giove. Pensa un po’, Giove ha otto lune come la nostra luna, ma è tanto lontano che non si possono vedere. Ma a Berlino c’è un palazzo, un osservatorio astronomico con dei telescopi, e se ci si guarda dentro, si vedono le lune di Giove e la nostra che si vede grandissima con montagne alte come a Traunkirchen. Mi dispiace che non ci siamo andati mai, avremmo visto anche Saturno che ha intorno a sé un grande anello luminoso. Sai cosa? Siccome a noi due piacciono tanto le stelle, all’ora della tua nascita, fra le quattro e mezzo e le cinque, guarderemo tutt’e due dalla finestra il cielo e penseremo con un affetto speciale l’uno all’altro e alla mamma. E se il cielo dovesse essere coperto di nuvole, allora pensa che è così com’era quel giorno in cui la mamma ti mise al mondo e quasi ne moriva; se invece è sereno, pensa che sono quelle stesse stelle che prima erano nascoste dietro le nuvole scure. E ora ti auguro una buona giornata con i nonni e certamente con Harold, Karin e la zia Kate che mi saluterai di tutto cuore. E di’ loro che la mamma mi ha scritto e io a lei e che ciò ci ha reso molto felici. Ho potuto anche vedere le deliziose bambole che lei ti ha fatto, ti dovranno essere molto care perché in ogni punto vi è un pensiero di amore e di nostalgia per te. Bambino amato, ti prendo nelle mie braccia e ti bacio. Scrivi qualche volta, il tuo papà.
(biglietto scritto pochi istanti prima di morire) : Mio caro figlio, gioia grande e tardiva, dunque, ti lascio senza padre? Tutt’un popolo, no, ancora troppo poco, tutto il genere umano sarà padre per te. -Adam Kuckhoff, impiccato il 5 agosto 1943 a Berlino-Plotzensee. ( Lettere di condannati a morte della Resistenza europea, Einaudi).
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PASSO DELLA FUTA – 10 AGOSTO 2007
Cammino raccolto
nel cimitero
terribilmente immenso.
Da nemici viventi
nelle vostre tombe
vi considero fratelli.
Ma quanta umanità
trucidata inerme
atrocemente sofferente.
Ma quanto grano
olio e riso
gettati nel fango.
Ma quante opere
ridotte a macerie
sulla terra affogata dal sangue.
Dell’esercito possente
foste soldati
implacabili.
Implacabili destini
di morti
anche voi ammazzati.
Uccisi da fratelli
e compagni salvatori
di nuova avvenuta vita.
Spero che qui
sepolti solo corpi
resti e solo resti di corpi.
Gli spiriti
sereni ritornati
da dove i corpi vennero.
La terra della Futa
non perdona
non odia.
Con pietà
custodisce le spoglie
silente ricorda.
-Renzo Mazzetti-
(ToscanAutori Antologia, IBISKOS EDITRICE RISOLO, 2008)
galera.
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