Elevador de Santa Justa. Una specie di ascensore panoramico neogotico molto steampunk che sorge nella Baixa. Sembra progettato da Jules Verne, invece è stato fatto da un certo Raoul Mesnier de Ponsard che si spacciava per allievo di Eiffel. Fado. Significa “fato”. Immancabile malinconico genere musicale portoghese, canonizzato dalle performance di Amalia Rodrigues. O si ama o si odia, più o meno come la canzone napoletana. Frango. Inizialmente uno pensa che sia il nome del simpatico oste portoghese, poi si capisce che significa “pollo”. Garofani. La rivoluzione dei garofani è il colpo di stato militare (peraltro molto appoggiato dalla popolazione civile) attuato da ufficiali comunisti che mise fine alla cinquantennale dittatura salazarista, il 25 aprile 1974. Si chiama così perché i soldati infilarono dei garofani nelle canne dei loro fucili e in effetti fu un passaggio di consegne piuttosto incruento, solo 4 morti, tutti provocati dalla polizia politica fascista. Il Portogallo moderno nasce così. Ginjinha. Il Porto è ottimo, ma ricordatevi che lo fanno a Oporto. A Lisbona bevono la ginjinha, un liquorino di ciliegie infuse nell’aguardiente. Non molto alcolico e piuttosto buono, da provare. Lisbon story. Noto film di Wim Wenders che ha fatto scoprire il Portogallo agli italiani anche prima di Tabucchi, immagini e musiche stupende intervallate da discorsi di teoria del cinema pedantemente imbarazzanti. Manuelino. Da re Emanuele I. Stile che incrocia le arditezze dinamiche del tardo-gotico con influenze arabe, fiamminghe, rinascimentali e chi più ne ha più ne metta. Dimostra che nel Mediterraneo il Barocco ce l’abbiamo nel sangue, pure quando l’affaccio è oceanico, come in questo caso. Monastero dos Jerónimos. Capolavoro dello stile manuelino, costruito per celebrare i trionfi coloniali del paese al suo apogeo. All’interno oltre a Vasco de Gama, sono sepolti Camões e un bel po’ di re del Portogallo. Assolutamente da non perdere per lo splendore delle decorazioni. Navigatori. Il capostipite del grande Portogallo coloniale fu Enrico il Navigatore, i portoghesi ci tengono a questa tradizione come si può vedere dal Monumento alle Scoperte, vicino al Monastero dos Jerónimos, che celebra numerosi geografi, navigatori e missionari. Tutti peraltro in odor di genocidio, ma non fa bon ton ricordarlo. Continua.
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