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Pieni poteri al sovrintendente?

Creato il 12 luglio 2011 da Nonzittitelarte

LIRICO. Rinviata lagenn-di-bene riunione del cda, in discussione la nomina di Baggiani

Il sovrintendente chiede pieni poteri, vertice diviso
Il debito patrimoniale di 25 milioni di euro è il problema centrale del Teatro lirico. Eppure ce n’è un altro che da due settimane assorbe parte dell’attività del consiglio di amministrazione. È una delibera che attribuirebbe pieni poteri – compresi molti di quelli oggi in capo al presidente e al cda – al sovrintendente. Il documento, sottoposto al presidente della Fondazione Massimo Zedda da Gennaro Di Benedetto, è pronto e attende solo l’approvazione dei sette membri del consiglio. Che sarebbero pronti a bocciarlo. Ieri il cda che avrebbe dovuto affrontare il punto è stato rinviato. Zedda, prima di discuterne, vuole parlare con i dipendenti e i sindacati del teatro e ragionare a 360 gradi sulle emergenze. E magari valutare se confermare il sovrintendente, i cui sei mesi di prova scadono il 3 settembre.
DIETROFRONT La delibera non solo attribuirebbe a un soprintendente molti più poteri di quanti ne abbia mai avuti, ma rappresenterebbe una svolta politica del cda perché contraddirebbe le scelte fatte nel passato recente. Scottato dall’esperienza di Maurizio Pietrantonio, il cda aveva infatti deciso di assumere Di Benedetto con un contratto da dirigente d’azienda, con vincoli di orario e (molti) di azione.
TUTTI I POTERI La delibera cambierebbe tutto. Consentirebbe al sovrintendente, tra l’altro, di «…sovrintendere alla gestione e all’attività di produzione artistica della Fondazione…assumere, prumuovere, licenziare dirigenti, impiegati, artisti del coro, professori d’orchestra e qualsiasi dipendente anche a tempo indeterminato fissandone anche gli stipendi…acquistare e vendere qualsiasi bene mobile attinente l’attività della Fondazione, fino a un massimo di 150 mila euro…», «compiere ogni operazione bancaria e finanziaria», «stipulare contratti di mutuo e finanziamenti a medio e lungo termine».
Di Benedetto, insomma, si riprenderebbe con gli interessi le competenze sottrattegli. E secondo alcuni da commissariato diventerebbe commissariante. Il sì ai poteri, se arrivasse, sarebbe quindi propedeutico a una riconferma. Un no potrebbe metterla in discussione. Ma nel cda c’è chi definisce illegittime le norme poste in delibera alla base della ridefinizione delle competenze. Ed è pronto a dire no.
IL CASO BAGGIANI C’è un altro caso all’ordine del giorno del cda della Fondazione. La verifica dei requisiti di Giorgio Baggiani, nominato dall’ex sindaco Emilio Floris il 26 maggio a pochi giorni dal ballottaggio che ha sancito la vittoria di Zedda. Anche se la verifica dovesse essere positiva è possibile che gli si chieda di farsi da parte, per consentire l’ingresso di un consigliere più gradito al neo sindaco. Fabio Manca

Unione Sarda

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