In una bella giornata di sole, Pienza ti conquista come pochi borghi d’Italia sanno fare.
E’ piccolissima, racchiusa dentro le sue mura, la cittadina che papa Pio II Piccolomini volle erigere sopra il borgo medievale di Corsignano, dove il papa stesso era nato, dotandola di un Duomo che è un simbolo dell’architettura rinascimentale, così come l’impianto urbano della cittadina stessa.
Un romantico scorcio di Pienza
Le sue stradine sono piccine, vere e proprie viuzze che costeggiano case e palazzi in pietra a vista, con porte in legno, finestre con pittoreschi balconcini e fiori, tanti fiori che rallegrano lo sguardo del viandante. Ogni angolo è uno scorcio mozzafiato e romantico: forse è proprio per questo che si può passeggiare in Via dell’Amore e in Via del Bacio…
L’impressione che si ha percorrendo l’interno del duomo è che sia ancora in piedi per miracolo. Lo sperone roccioso su cui sorge Pienza, che come tutti gli altri borghi medievali della Valdorcia si trova in altura rispetto al territorio circostante, è percorso da una faglia il cui spostamento è ben visibile nella zona dell’altare della chiesa: il pavimento è fortemente in pendenza, profonde crepe lo attraversano da parte a parte risalendo le pareti, tenute insieme da grappe che in qualche caso sono anche saltate. Fa impressione, decisamente, mentre si osserva il suo interno, gotico nelle arcate e nelle volte a crociera; la facciata, invece, è pienamente rinascimentale, molto razionale ed equilibrata, in travertino bianco che risalta contro il cielo nelle giornate di azzurro intenso come si hanno ora all’inizio di settembre. La piazza su cui si affaccia riflette, nella pavimentazione, la stessa razionalità della facciata. Il pozzo, sul lato della piazza, chissà perché piace tanto alle coppiette, come se fosse un pozzo dei desideri…
Dalle botteghe che affacciano sulla via principale fuoriescono profumi irresistibili, soprattutto all’ora di pranzo: il pecorino di Pienza, prodotto tipico del luogo, la fa chiaramente da padrone, e non può non meritare un assaggio. Perché di pane e amore da solo non si campa…
L’interno di una bottega di Pienza: pecorino e Brunello e Rosso di Montalcino, i vini prodotti in Valdorcia
Ogni via che guarda verso le colline fuori di Pienza è una finestra che si apre sull’infinito: un infinito distendersi di colline che ogni stagione cambiano colore, seguendo il corso della coltivazione del grano: così, se a primavera sono verdi, e a giugno sono gialle, ora, a settembre sono bruciate dal sole, stagliandosi, con le loro forme così morbide, contro il cielo che così azzurro non è mai stato. I cipressi lungo le mura di Pienza, poi, creano delle quinte straordinarie attraverso le quali le colline e i casolari solitari appaiono in tutta il loro romantico essere. Percorrere questa passeggiata lungo le mura vuol dire perdere il controllo del proprio sguardo , che correrà a cercare da solo nuovi scorci e nuove emozioni; la Valdorcia non è mai stata così bella.
Scorcio panoramico sulla Valdorcia
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