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Pier Paolo Pasolini: la personalità e i tormenti nelle opere di Davide Parenti

Creato il 04 novembre 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
Pier Paolo Pasolini alla macchina da presa

David Parenti lo avevamo lasciato a Latina solo qualche mese fa. Puntuale la sua arte aveva portato a dibattito ancora una volta, ma finalmente a Latina, la personalità ed i tormenti di un poeta, di uno scrittore, di un regista,  Pier Paolo Pasolini. Nella città, Latina, che in fondo non aveva mai così fortemente amato Pier Paolo Pasolini, né lo aveva mai saputo o voluto comprendere, anzi l‘uomo ed il poeta erano dalla città decisamente accusati ed oscenamente rifiutati. Poi nella sua degenerata omofobia questa città aveva di fatto, in definitiva, tacciato il poeta solo nel peggiore dei modi: essere semplicemente un pederasta, così come lo voleva la cronaca più spicciola. Un’accusa, un giudizio, una sentenza, e questo, pensiamo, semplicemente per ridurne e frenarne il senso ed il valore poetico, storico e culturale. Ma erano altri tempi  (nel dubbio che ci assilla ancora oggi questo lo speriamo), tempi in fondo incredibili, in cui predominava nella città pontina una cultura principalmente abietta, certamente povera, anche biecamente e sempre scandalizzata, uno scandalo interpretato, diretto, messo in scena dalla chiesa e dal miope ed oscurantista mondo politico pontino allo scopo concerto di umiliare ed eliminare moralmente Pasolini.  Ed è stata questa, quella pontina, ancora, una terra che è riuscita a denunciare il poeta, questo nella vicina San Felice Circeo,  per un assalto addirittura a mano armata e a scopo di rapina, nei confronti di un benzinaio sulla via Litoranea, sotto le pendici del monte di Circe, uno dei luoghi prediletti dal poeta.

Davide Parenti

Pier Paolo Pasolini, in quegli anni, prima di essere trucidato all’Idroscalo di Ostia, doveva difendersi dunque anche da questa accusa presso il tribunale di Latina, una difesa che certamente non è riuscita a decifrarne e a descriverne il quadro esatto, ma sicuramente la storia confermerà che ne sarà stata anche impedita: Pier Paolo Pasolini veniva comunque condannato a due anni di reclusione, pensiamo, per il semplice fatto di essere  Pier Paolo Pasolini, il poeta, l’uomo che dava enorme fastidio al potere. Al di là di tutto Pier Paolo Pasolini doveva venire comunque condannato concretamente, non solo metaforicamente, ed anche in maniera infamante, da questa società pontina.

Pasolini, il tormento

La venuta di David Parenti a Latina nella scorsa primavera, anzi la sua arte a sostegno delle tesi futuristiche, presaghe, del poeta, dunque, pensiamo, è stata un po’ concerto dove le giovani generazioni pontine, quelle cambiate, quelle in qualche maniera naturalmente  succedute, hanno portato una sorta di riscatto della città nei confronti del poeta. Così almeno oggi amiamo credere. Ora David Parenti è a Roma, l’ansia ed i tormenti di Pier Paolo Pasolini sono esposti nella zona del Pantheon, presso la Biblioteca Angelica di Via Sant’Agostino 11 (e vi resterà sino al 13 novembre), in una mostra che resiste davvero esemplare nella sua grammatica di verità artistica, di verità storica, di verità culturale. Lo è proprio nella misura in cui tutto il mondo della intellighenzia, almeno quello più onesto, continuerà a ritenere  Pier Paolo Pasolini  sempre in vita, semplicemente per il “mistero” che si porta dentro.

Pasolini, con la forza dello sguardo

Cosa continua a dirci, anzi cosa si ostina a dire, David Parenti, attraverso il suo impegno, sempre costante, religioso, sofferto, vissuto assolutamente in pieno entusiasmo, misto anche ad una forma di delirio ansioso? Quella che è l’assoluta verità storica: lo sguardo, tanto affermato e ricostruito da Parenti, è il valore che davvero Pier Paolo lascia in eredità, uno sguardo che va certamente altrove, che va anzi verso l’Altrove della nostra esistenza, lo sguardo che insegna ed accusa.

Giovanni Berardi



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