Pierdomenico Baccalario è ormai da anni uno dei più importanti autori italiani di libri per ragazzi. Da solo o in collaborazione con altri autori ha scritto un’infinità di serie, fra cui quella di Ulysses Moore (13 libri), Century (4 libri), Will Moogley Agenzia Fantasmi (7 libri), I gialli di Vicolo Voltaire (insieme ad Alessandro Gatti, 7 libri), La bottega Battibaleno (4 libri), Candy Circle (insieme ad Alessandro Gatti, 10 libri), Cyboria (3 libri) e La clessidra (6 libri) oltre a diversi romanzi autonomi e ad alcuni testi di divulgazione scientifica sempre per ragazzi. In genere si tratta di storie di una certa lunghezza, che richiedono una lettura prolungata magari suddivisa in più giorni, e con un pubblico di riferimento che legge per conto suo.
Quella di Un drago in salotto invece è una storia breve, apprezzabile dai soliti lettori ma anche da bambini più piccoli, visto che il breve e delicato testo (una cinquantina di pagine con poche righe scritte su ogni pagina) del volumetto è arricchita dai disegni a matita di Claudia Petrazzi, al suo esordio come illustratrice di libri per ragazzi. Come detto a volte una pagina comprende solo due o tre righe, ma si tratta di un testo importante perché parla ai bambini di separazione, una realtà che sono sempre di più a vivere.
La quarta di copertina
Cosa accade se un Drago si innamora di una Principessa e decide di non rapirla e di non incendiare il castello? E se poi la Principessa si innamora del Drago, ma è anche la mamma di una Bambina? E se nel frattempo, per colmo di sfortuna, il Principe è andato a vivere in un altro castello, e torna solo il giovedì?
Niente paura. I tempi cambiano, ma da quando una favola è una favola, magari con qualche impiccio di troppo, un po’ più d’attenzione e una fiammata di meno, alla fine tutti DEVONO vivere felici e contenti. E così sarà.
Questa, più o meno, la presentazione del libro che avevo scritto un paio di mesi fa. Il libro comunque l’ho anche letto e mi è piaciuto, sia dal punto di vista del testo che da quello delle immagini. La mia recensione:
Che la narrativa fantasy non sia in grado di parlare di argomenti importanti è un pregiudizio fin troppo diffuso. A sfatarlo contribuisce un delizioso libretto scritto da Pierdomenico Baccalario e illustrato da Claudia Petrazzi.
I protagonisti di Un drago in salotto appartengono senza dubbio ai regni della fantasy, così ricca di principi, principesse e anche di draghi, ma la loro storia non potrebbe essere più ancorata alla realtà.
Lo spunto di partenza fa sorridere: un principe e una principessa litigano sul colore del loro castello. Lei lo vorrebbe bianco, lui lo preferirebbe nero. Bianco e nero, contrasti fra realtà opposte e inconciliabili. La fantasy più classica è piena di personaggi così, privi di sfumature, e nessuno in questo libro propone di dipingere il castello di grigio in modo da far incontrare a metà strada i due coniugi.
Le due realtà, i due colori, sono davvero opposti e inconciliabili? Non sarebbe possibile incontrarsi a metà strada? E queste divergenze sono davvero tanto importanti o il litigio è basato su delle sciocchezze?
L’interpretazione è lasciata al lettore, che troverà in queste pagine la sua verità. Il compito dello scrittore non è di spiegare ogni cosa nei minimi dettagli e Baccalario sceglie di lasciare spazio alla fantasia di chi entrerà nella sua storia, limitandosi a fornire le informazioni necessarie allo svolgersi della storia.
Principe e principessa si separano, scegliendo di proseguire ciascuno la propria vita in un castello del colore che più gli piace. La conseguenza di questa frattura non è un giudizio morale. La colpa non è di nessuno, o è di entrambi allo stesso modo, anche se in queste pagine di colpa non si parla mai. La separazione fra i due però è un fatto, come è un fatto che molti bambini, molti dei potenziali lettori, appartengono a famiglie i cui genitori sono separati.
E, come i bambini sono spesso divisi fra due case, anche qui c’è una bambina che si trova a dover accettare la separazione dei genitori e a condurre due vite diverse a seconda di quale sia il castello in cui risiede in quel momento.
La situazione cambia quando al castello della principessa arriva un drago vero, in carne e ossa, anche se un po’ inconsueto. La reazione della bambina, del drago e della principessa non è quella che il lettore si aspetterebbe, ma è quella giusta e le pagine scorrono verso la giusta conclusione.
Il libro è breve, poco più di una cinquantina di pagine su cui spesso si trovano scritte solo una manciata di righe, mentre ampio spazio è dedicato ai delicati disegni a china della Petrazzi. Testo e immagini si amalgamano bene e contribuiscono a donare l’impressione di una storia delicata e lieve, che può essere letta da tutti come un semplice racconto di fantasia o che può aiutare a trattare il tema della separazione senza drammi e in modo appropriato alla sensibilità di un bambino.