Pierfrancesco Favino in “Servo per due”
2011. Siamo a Londra e il commediografo Richard Bean scrive “One Man, Two Guvnors” per il National Theatre. Ambientata negli anni ’60 a Brighton, nella “Rimini inglese”, la commedia – tra successi, risate e numerosi sold out in tre anni – si ispira all’Arlecchino settecentesco in “Il servitore di due padroni” del padre della commedia moderna, Carlo Goldoni.
Intrecci strani e una sfida artistica comune hanno unito Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli a lavorare insieme sullo spettacolo “Servo per due”, traduzione e riadattamento riuscitissimo di un classico teatrale, in cartellone al Manzoni di Milano per tutte le festività natalizie.
Ci si tuffa, così, nello spirito gioioso degli anni Trenta nell’autentica Rimini, però, dove personaggi, storie, sventure divertenti e amori ruotano intorno all’ingordo e maldestro Pippo, interpretato da Favino, straordinario e pieno di un’energia travolgente. Insieme a lui in scena un cast ricco di nomi del calibro di Ugo Dighero, Thomas Trabacchi, Anna Ferzetti e altri attori della Compagnia Gli Ipocriti e del Gruppo Danny Rose. Il coinvolgimento della commedia si intensifica con luci, scenografie, costumi e coreografie cantate e accompagnate dalla strepitosa orchestra Musica da Ripostiglio. Non solo. A far perdere completamente la cognizione del tempo – e, in tre ore di spettacolo è a dir poco significativo! – vi è anche l’interattività con il pubblico che tra imbarazzi, risate e qualche inevitabile bluff, si ritrova ad essere complice dei protagonisti sulle quinte.
Come afferma lo stesso Favino sul palcoscenico “Il teatro è finzione!”, ma diventa quantomai realtà quando arricchisce, diverte e porta in scena personaggi contemporanei che un po’, forse, appartengono a ciascuno di noi.
“Servo per due”…imperdibile.
Eleonora Dafne Arnese