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Pierfrancesco Prosperi: le Mille Morti di un Presidente

Creato il 17 aprile 2013 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Matteo Vergani 17 aprile 2013 Pierfrancesco Prosperi: le Mille Morti di un Presidente

È possibile che, dopo la morte, l’anima sopravviva al di là del tempo e dello spazio? Come può un determinato evento storico ripetersi nel corso di varie epoche? Esiste un destino ciclico per tutti i fatti che accadono nel mondo? Questi ed altri profondi interrogativi sono alla base del romanzo Seppelliamo re John, scritto nel 1973 da Pierfrancesco Prosperi, il più eminente autore di fantascienza del panorama italiano contemporaneo, e ristampato nel 2008 all’interno della collana Urania da Mondadori in un volume intitolato Incubi per re John che contiene anche l’interessante Incubo privato, che tratta del Palio di Siena in un futuro insolitamente medioevale. Prosperi, le cui storie sono generalmente ambientate nel nostro bel paese ed incastonate in una cornice irreale e dispotica, può vantare al suo attivo numerosi romanzi di successo che fanno perno proprio sulle tematiche care ai fan della science fiction, tra cui ricordiamo Garibaldi a Gettysburg (1993), Autocrisi 2020 (1997), La moschea di San Marco (2007), Vatikan (2012) e HH – Hitler’s Hamptons (2012). In genere i suoi racconti presentano grandi personaggi o eventi storici, ipotizzando cosa sarebbe successo se qualcosa nel loro corso cronologico fosse cambiato, come se qualcuno si divertisse a sondare il macrocosmo degli universi paralleli. La sua scrittura è generalmente molto sobria e minimalista, concentrando l’attenzione del lettore sui temi e sulle vicende essenziali, abolendo ogni orpello grammaticale e sintattico. In questo modo Prosperi ci dispiega dinnanzi una serie di possibilità che sconvolgono il corso della storia, proponendoci scenari futuristici del tutto inusuali e in controtendenza con le nostre aspettative. Nel caso di La moschea di San Marco, ad esempio, l’autore ci propone un’Italia in cui la presenza di popolazione di religione mussulmana è diventata prevalente, modificando l’assetto sociale ed istituzionale. Allo stesso modo in Vatikan immagina un possibile fallimento della Chiesa Cattolica, che come una multinazionale è costretta a mettere in appalto le sue istituzioni e a richiedere fondi per la propria sussistenza.

Pierfrancesco Prosperi: le Mille Morti di un Presidente

In Seppelliamo re John, seconda opera di Prosperi dopo l’esordio di Autocrisi (1971), la tematica prevalente riguarda il presentarci un particolare elemento storico, in questo caso il Presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy e l’attentato che ne causò la morte a Dallas il 22 novembre 1963, destinato a ripetersi ciclicamente nel corso della narrazione, passando attraverso ben quattro linee temporali diverse che finiscono per concatenarsi tra loro. Nel primo episodio, ambientato nell’America del 2062, reduce da un disastro atomico di sessant’anni prima e retrocessa al periodo preindustriale, viene narrata la vicenda del Presidente George Lincoln impegnato a compiere una rischiosissima visita alla città di Dallas, col pericolo di una sua uccisione così come avvenuto per il suo predecessore Kennedy. Nel secondo episodio, che si svolge nel 1980 subito dopo un cataclisma nucleare scatenatosi nel 1974, un gruppo di superstiti capitanati dal temerario Lichtenberg lottano contro il tempo e le radiazioni per costruire una rudimentale macchina del tempo con cui tornare indietro e assassinare Kennedy (che nel loro universo non è morto) ed evitare così una serie di scelte politiche che condurranno alla guerra. La terza linea temporale si svolge in una Terra del sessantaquattresimo secolo in cui l’uomo si è evoluto in una razza superiore, l’Homo Superior, proprio grazie ai conflitti del passato, raggiungendo ora una situazione di pace perpetua. In questo universo, Jeffeline viene contattato dalle Squadre del Tempo che lo ingaggiano per tornare nel 1963 ed impedire che il Presidente venga assassinato e che dunque, non essendoci più una guerra, l’uomo non possa evolversi. Infine, l’ultimo capitolo si svolge nel 1966. Qui Vincent Cammarano, ossessionato dai retroscena sulla morte di Kennedy, riceve la visita di Jeffeline che gli dà la possibilità di evitare la morte del capo di stato, proponendogli di uccidere Lichtenberg.

Pierfrancesco Prosperi: le Mille Morti di un Presidente

Sebbene la trama si presenti piuttosto complessa, Prosperi riesce sapientemente a tenere ben saldo il filo narrativo della storia, evitando inutili cadute di stile e mantenendo sempre vigile l’attenzione di chi legge mediante l’intricato ingranaggio che vede l’incastro e l’interazione dei vari personaggi mescolarsi con ricostruzioni storiche veritiere ed accurate. Al di là dell’originalità della tematica proposta e degli inattesi sviluppi narrativi, l’autore riesce a mettere in evidenza una serie di inquietanti coincidenze storicamente dimostrabili che legano ancora meglio le varie sezioni del racconto. Ad esempio, vi è un interessante parallelo tra gli eventi che portarono alla morte di Kennedy e quelli che condussero all’assassinio di Abraham Lincoln, così come Prosperi ci propone un parallelo alquanto sorprendente tra John Wilkes Booth (assassino di Lincoln) e Lee Harvey Oswald (assassino di Kennedy). Se contiamo le lettere dei loro nomi, non noteremo forse che sono complementari? È un caso che la segretaria personale di Kennedy facesse di cognome Lincoln e l’assistente del 16° Presidente si chiamasse invece Kennedy? E ancora, è una coincidenza che entrambi i vicepresidenti che sostituirono gli assassinati si chiamassero Johnson? Evidentemente Prosperi ci proietta in un universo di speculazioni molto avvincenti ed appetitose, che sviluppano l’interesse del lettore e lo portano a mantenere desto l’interesse fino alla fine. Padronanza di linguaggio, descrizioni essenziali ma evocative, intreccio narrativo magistrale sono tutte qualità che fanno di Pierfrancesco Prosperi un autore importante che speriamo possa suscitare l’interesse delle nuove generazioni di amanti della fantascienza e non solo.


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