Pierre Bayle, Pillole filosofiche XII

Creato il 15 settembre 2011 da Marvigar4

Tutti quelli che conoscono la legge della storia saranno d’accordo che uno storico che vuole compiere fedelmente le sue funzioni deve spogliarsi dello spirito di lusinga e dello spirito di maldicenza, e mettersi il più possibile nello stato di uno stoico che non è agitato da alcuna passione. Insensibile a tutto il resto, dev’essere attento solo agli interessi della verità,  e deve sacrificare a questa il risentimento di un’ingiuria, il ricordo di un beneficio e l’amore stesso della patria. Deve dimenticare che è di un certo paese, che è stato allevato in una certa comunità, che è debitore della sua fortuna a questo e a quello, e che questi o gli altri sono i suoi genitori o i suoi amici. Uno storico in quanto tale è come Melchisedec, senza padre, senza madre e senza genealogia. Se gli si domanda: Di dove sei? Bisogna che risponda: Non sono né francese, né tedesco, né inglese, né spagnolo, etc.; sono abitante del mondo. Non sono né al servizio dell’imperatore, né al servizio del re di Francia, ma soltanto al servizio della verità; è la mia sola regina; solo a lei ho prestato il giuramento d’obbedienza; sono il suo fido cavaliere e per collare d’ordine porto lo stesso ornamento del capo della giustizia e del sacerdoti degli Egiziani. Tutto ciò che lo storico dà all’amore della patria lo toglie  agli attributi della storia, e diventa un cattivo storico a misura che si dimostra un buon suddito.

Pierre Bayle (1647-1706), Dictionaire historique et critique (1697)



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    CULTURA