Nella prima metà del Cinquecento,come in Italia,anche alla Francia ebbe la sua epoca di "Renaisance",sia nel campo della cultura,sia in quello dell'arte;dovuto,questo,alle guerre in Italia e al numeroso afflusso di artisti e letterati nelle varie corti di Carlo VIII,Luigi XI e Francesco I.
L'influenza italiana si sentiva nettamente anche nella poesia,che vedeva nel Petrarca la figura da seguire,il simbolo per eccellenza.
Intorno a quest'epoca nacque in Francia una nuova scuola,una "brigade" di sette poeti (Ronsard,Du Bellay,Belleau,Jodelle,Daurat,Baïf e Ponthus de Thiard),chiamata la "Pléiade",traendo il nome dalla costellazione.
Questi nuovi poeti si riproponevano "di trasformare la lingua poetica nazionale elevandola sulle tracce degli antichi ad altezze sublimi",riscoprendo la freschezza e la semplicità dei classici.
Tra loro,Pierre de Ronsard (1524-1585) fu sicuramente il più rappresentativo.Cantore della nuova Francia e delle sue origini,osannato da sovrani (fra cui Caterina de' Medici),ebbe una vita sentimentale non meno movimentata di quella culturale,la sua fama portava lontano l'eco dei suoi amori e del suo talento.
Figlio di un signore della piccola nobiltà,che aveva conquistato la benevolenza di Francesco I partecipando alle guerre d'Italia;Pierre fu indirizzato fin da giovane alla carriera cortese,in qualità di paggio del delfino Francoise nel 1536 e in seguito della principessa Madeleine,che accompagnò in Scozia quando sposò il re Giacomo V.
Con la prematura dipartita della bella e sfortunata Madeleine ( morta di tubercolosi),Pierre ritornò in Francia,sempre a servizio di un figlio del re,il duca Charles d'Orleans.
Intraprese poi la carriera militare,ma vittima di una malattia che lo rese parzialmente sordo,cambiò radicalmente vita;per mantenersi economicamente scelse il chiericato,in questo modo "avrebbe goduto dei benefici connessi al suo stato senza adempiere ai doveri del culto".
In questa nuova figura,Pierre,poté occuparsi della sua passione,la poesia,e la vita mondana.
Nel 1545,avvenne un altro evento sconvolgente nella sua vita,ad un ballo nel castello reale di Blois,conobbe Cassandra Salviati.
Castello di Blois
Questa giovane fanciulla fu la sua prima musa e amore non corrisposto.
Bella,bionda,con gli occhi neri e una voce incantevole,Cassandra proveniva da una famiglia di ricchi banchieri fiorentini,figlia del Bernardo Salviati.
Pierre "che non aveva niente di sacerdotale né nell'atteggiamento,né nelle sue vesti",corteggiò a lungo la bella,finché nel 1546 andò in sposa ad un nobile.
A lei,il poeta dedicò "Les Amours",sonetti accompagnati musicalmente.
Dolcezza,andiamo a vedere se la rosache stamane aveva dischiusola sua veste di porpora al soleha perduto staserale pieghe della sua veste purpureae il colorito simile al vostro
Ahimè,vedete come in si breve spazio,dolcezza,ella ha,al suolo,lasciato cadere le sue bellezze!O natura veramente matrignapoi che un tale fiore non durache dal mattino fino a sera!
Dunque,credetemi,dolcezza,finché la vostra età fioriscenella sua più verde freschezza,cogliete,cogliete la vostra giovinezza:come a questo fiore,vecchiezza,farà appassire la vostra beltà
Divenuto celebre con le sue opere,ritornò a corte gloriosamente.Ottenuto il ruolo di curato titolare di parrocchia,incontrò nella campagna di Bourgeil,una giovane contadina,Marie Dupin,alla quale dedicò "Continuation des Amours","versi pervasi di una intensa sensualità e di un profondo amore per la natura".
Dal 1560 ottenne ancora numerose cariche e benefici,culminate nel 1558 con il posto di primo poeta ed elemosiniere ordinario del re Carlo IX e nel 1565 con l'eccellente visita di Caterina de' Medici,di cui il poeta aveva cantato le sue lodi,nel priorato di Saint-Cosme,"nei pressi di Tours,dove viveva il poeta,un'oasi di pace,di amicizia e di poesia."
Saint-Cosme
Nel 1573 le sue "Oeuvres" coincidono con l'amore "platonico" per la bella Hélène de Surgères (1546-1618),damigella d'onore della regina madre,alla quale dedicò i suoi versi più famosi:
Quando Vecchia sarete,la sera,alla candela,seduta presso il fuoco,dipanando e filando,ricanterete le mie poesie,meravigliando:
Serva allor non avrete ch'ascolti tal novella,vinta dalla fatica già mezzo sonnecchiando,ch'al suono del mio nome non apra gli occhi alquanto,e lodi il vostro nome ch'ebbe sì buona stella.
Io sarò sotto terra,spirto tra ignudi spirti,prenderò il mio riposo sotto l'ombre dei mirti,Voi presso il focolare una vecchia incurvita,
l'amor mio e 'l fiero sprezzo vostro rimpiangerete,Vivete,date ascolto,diman non attendete:cogliete fin da oggi le rose della vita.
Fonti:
"Nei Castelli della Loira",I.Cloulas,Fabbri Editori."Storia della Letteratura Francese",G.Spagnoletti,Newton Compton Editori."Caterina de' Medici",J.Orieux,Oscar Mondadori.