Pierre Loti, Pescatore d’Islanda, Nutrimenti
È il rito ancestrale della pesca a scandire le stagioni nel piccolo villaggio bretone di Paimpol. Alla fine dell’inverno, i pescherecci ricevono la benedizione per la partenza verso l’Islanda; dall’alto del tabernacolo allestito nel porto, la Vergine osserva allo stesso modo, impassibile, chi dopo l’estate tornerà alle coste francesi con il carico di pesce, e quelli che, una dannata tempesta farà mancare all’appuntamento con i propri cari. La primavera, a Paimpol. è il silenzio di donne nell’attesa di un ritorno. L’inverno è fatto per sposarsi – o per piangere chi il mare ha trattenuto. Gaud Mével è la graziosa figlia, biondissima, di un anziano pescatore di Paimpol che con il mare ha fatto fortuna. È cresciuta a Parigi, poi il padre l’ha ricondotta in Bretagna. L’inverno del suo ritorno a Paimpol, a un ricevimento di nozze, Gaud incontra il primogenito dei Gaos, l’imponente Yann. pescatore d’Islanda fiero e impenetrabile. È l’inizio di un amore ardente ma tormentato. Ma la felicità, in queste lande brumose, è selvaggia e inquieta, oppressa dalla minaccia della morte. Romanzo del 1886 – lo stesso anno in cui Jean Moréas pubblica su Le Figaro il Manifesto del simbolismo -, Pescatore d’Islanda è un inno oscuro e decadente all’inesorabilità del fato e alle leggi insondabili che governano i sentimenti umani.