Ricostruzione dell'area sacra di Pietrabbondante
(Foto: primopianomolise.it)
Le attività di scavo hanno avuto al loro centro la domus publica, la casa con funzioni pubbliche adiacente al tempio-teatro, e la zona delle tabernae. Il santuario sannita è risultato molto più grande di quanto finora si fosse pensato. Si trattava di un vero e proprio complesso sacro composto di diversi edifici distribuiti tra prati, giardini e alberi da frutta.
Una delle novità delle ricerche è il ritrovamento del tempio L, a 92 metri a sudest del tempio principale. Il tempio L è il più antico mai rinvenuto a Pietrabbondante, risalente al IV secolo a.C., aveva pareti d'argilla cruda su pietre che lo isolavano dal terreno. La copertura era in tegole piane e coppi. La sua forma era quadrangolare e, all'esterno, vi era una struttura più piccola simile per planimetria, con una doppia porta che fa pensare potesse trattarsi dell'erario. Il tempio, pertanto, era adibito alla riscossione e all'erogazione del pubblico denaro.
Gli archeologi lavorano attorno ad una mensa trovata nel tempio L
(Foto: primopianomolise.it)
Al centro del tempio L è stata ritrovata una mensa con piedi a forma di zampe di animale con inciso, in osco, il nome del sommo magistrato Ennio, figlio di Ceio, supremo magistrato dei Sanniti, nonché comandante militare. Questa testimonianza è la dimostrazione che Ennio, poeta epico e drammaturgo romano, autore degli Annali, era di origine italiche, appartenente ad una famiglia illustre.
Adriano La Regina ha sottolineato che "da Pietrabbondante stanno pervenendo informazioni di grande interesse per la storia romana e dell'Italia. Tutta la drammaturgia latina tra il III e la seconda metà del II secolo è formata da tre grandi letterati: Ennio, Nevio e Pacuvio, tutti e tre di origini italiche, tre autori di madre lingua osca. L'introduzione di temi greci nella commedia e nella tragedia latina fu dovuta alle compagnie teatrali che recitavano a Roma e disponevano di copioni tradotti o adattati dal greco. - Ha continuato il Professor La Regina. - Che buona parte di questa interazione culturale avvenisse per mezzo di romani di origine sannitica implica novità riguardo al teatro di lingua osca".