![Pietro Ichino: articolo 18 e mercato del lavoro duale Pietro Ichino: articolo 18 e mercato del lavoro duale](http://m2.paperblog.com/i/76/761774/pietro-ichino-articolo-18-e-mercato-del-lavor-L-_jR2cR.jpeg)
Damiano l`ha detto: non è un problema di disciplina dei licenziamenti, ma solo un problema di costi. Occorre aumentare il costo del lavoro precario ed estendere a tutti gli ammortizzatori sociali.
Per gli ammortizzatori. sociali, occorre anche dire dove si reperiscono i fondi. Il mio progetto risolve questo problema a costo zero per lo Stato, utilizzando meglio una parte dei fondi che oggi vengono sperperati in cassa integrazione a zero ore e a fondo perduto, per estendere a tutti un trattamento speciale di disoccupazione; e chiedendo alle imprese di farsi carico di un trattamento complementare di disoccupazione per i lavoratori che licenziano.
Lei sostiene che riformare il lavoro implica comunque una revisione della normativa sui licenziamenti. Che nel dibattito pubblico diventa "cambiare l`articolo I 8". Ma Damiano obietta: non si può abbassare le difese contro i licenziamenti in un momento di crisi come questo. Il mio progetto non le abbassa affatto: non le tocca proprio. La riforma riguarda soltanto i nuovi rapporti che si costituiranno da qui in avanti. Per i quali non abbassa le difese, ma le rende più efficaci e soprattutto più adatte ad applicarsi davvero a tutti. E proprio in una situazione di gravissima incertezza, come questa, che le imprese sono più riluttanti ad assumere i lavoratori a tempo indeterminato e con vincoli forti al licenziamento. È proprio ora che una disciplina più flessibile è indispensabile per facilitare le assunzioni a tempo indeterminato.
Una delle perplessità sul suo progetto è che l`assicurazione per chi perde il lavoro sarebbe a carico dell`impresa. Con un aumento del costo del lavoro. Non ci sarebbe un aumento del costo del lavoro. Oggi le imprese italiane, quando hanno necessità di sciogliere uno o più rapporti di lavoro per ragioni economiche od organizzative, affrontano un ritardo tra i due e i sei anni, a seconda delle dimensioni: un costo molto rilevante, anche se non è contabilizzato come tale. La proposta è questa: risparmiate quel costo e utilizzate una parte del risparmio per il trattamento complementare di disoccupazione a favore dei lavoratori licenziati. I costi di mercato della parte restante del trattamento, cioè dei servizi efficienti di outplacement e di riqualificazione mirata può essere coperta agevolmente dalle Regioni, attingendo anche ai contributi del Fondo Sociale Europeo.
Ma chi garantisce che le imprese non continuino ad assumere i nuovi dipendenti con la partita Iva, o con altri sotterfugi? Nel nuovo regime non occorreranno ispettori, avvocati e giudici per accertare il lavoro subordinato, come accade oggi. I dati rilevanti perché si applichi integralmente il nuovo diritto del lavoro emergeranno direttamente dai tabulati dell`Erario o dell`Inps: carattere continuativo del rapporto, monocommittenza, reddito medio-basso del lavoratore.
Il Pd rischia di spaccarsi sul lavoro? C`è chi parla di scissioni. No. Accadrà soltanto che l`iniziativa decisa del governo su questo terreno costringerà il Pd a una nuova riflessione approfondita. Occorrerà chiedersi, per esempio, se sia davvero meglio il periodo di prova allungato a tre anni proposto da Damiano, oppure una regola che faccia crescere gradualmente l`indennizzo a favore per il lavoratore già dopo sei mesi di rapporto. Se sia meglio l`attuale situazione in cui l`articolo 18 si applica a meno di metà della forza-lavoro e l`altra metà è totalmente scoperta; oppure la mia riforma, che estende l`articolo 18 a tutti per la parte in cui esso serve davvero, cioè la repressione delle discriminazioni, e dà a tutti un protezione di livello scandinavo contro il licenziamento per motivi economici.
In caso il governo presenti una riforma ispirata al suo modello, su quali sponde può contare, tra Pd e Pdl? Al Senato, una larga maggioranza del gruppo Pd sostiene il mio progetto. Tutte le componenti del Terzo polo lo hanno fatto proprio. E anche il Pdl è sostanzialmente disponibile. Già un anno fa il Senato si è pronunciato a larghissima maggioranza a favore di una mozione di Rutelli che impegnava il governo a varare una riforma modellata sul mio progetto. E anche alla Camera, credo che quando si entrerà nel merito della riforma si vedrà che le obiezioni "di sinistra" non riguardano, in realtà, questo progetto: si riferiscono a qualche cos`altro, che non è all`ordine del giorno.
La Cgil di Susanna Camusso potrebbe cercare una nuova grande battaglia per ritrovare un po` di compattezza. Non lo credo proprio. Ce la vede, lei, la Cgil a fare le barricate contro una riforma che non tocca i lavoratori regolari stabili, e a tutti i new entrant offre un rapporto a tempo indeterminato, con articolo 18 contro le discriminazioni e una protezione di livello scandinavo su tutti gli altri fronti?