Pietro Taricone

Creato il 29 giugno 2010 da Daniele7

Pietro Taricone

Mi perdoneranno il Tg1, il Tg2 e pure il Tg4, ma oltre ai problemi legati alla crisi economica, oltre alle controversie belliche internazionali, oltre ai processi contro i preti pedofili, la notizia che voglio commentare oggi, sembra superflua, da Studio Aperto, ma non lo è. In queste ore, per Roma, si respira un’aria di festa, è la ricorrenza per i Santi Pietro e Paolo, e proprio uno di loro, il primo, ha ispirato due genitori di Caserta a dare quel nome al proprio bambino trentacinque anni fa. Il suo nome era Pietro Taricone. Un figliolo cresciuto per strada, forse troppo in fretta, tra la scuola, spesso “marinata” e la boxe, sua seconda grande passione. La prima? Naturalmente le donne. Poi sono arrivati gli anni della maturità, sia fisica che mentale, e l’andare fuori corso all’Università presso la facoltà di Giurisprudenza, lo ha indotto a percorrere un’altra strada, più tortuosa ma allo stesso tempo affascinante, quella del successo, della notorietà, ma sempre senza paura, senza tirarsi mai indietro. Era il 2000, il nuovo millennio, non c’era stata la fine del mondo e nei suoi occhi si vedeva che cercava la svolta della sua esistenza. Leggendo su di una inserzione in sovrimpressione alla Tv che cercavano dieci aspiranti concorrenti per entrare in una casa ed essere spiati 24 ore su 24 dalle telecamere, come il Grande Fratello di George Orwell, un esperimento mediatico che proveniva da un’idea nata in Olanda, decise di presentarsi. Pensò: “E’ una bella occasione”. Ma non sapeva cosa sarebbe accaduto da lì a pochi mesi. Andò a Cinecittà, fece provini, certo la dizione non era impeccabile, ma il ragazzo era furbo, sveglio e con un fisico mozzafiato. Era un belloccio, ma aveva anche cervello. Era un fenomeno sui generis per la nostra Tv generalista, anomalo, imperfetto ma perfetto, di grande impatto. Ha ballato, cantato, “scopato” in diretta, offerto perle di saggezza e regalato emozioni in quel confessionale con gli spuntoni rossi. Terzo classificato, vincitore morale, ed è stato subito BOOM!. Agenti che se lo contendevano, Lamborghini, Maserati, Ferrari, veline, letterine, feste, privè, champagne, serate a go go, soldi a palate. La brutta vita di provincia era finita, il cambiamento era iniziato, la rinascita del guerriero,anzi de “O’ Guerriero” come lo chiamavano i suoi fans. Ore di fila per un suo autografo. E per una foto? Niente foto, troppa esposizione, troppa visibilità ti fa bruciare prima del tempo. Ed ecco la sua nuova tattica, laStrategia del guappo: centellinare le apparizioni, scegliere solo i migliori copioni, diventare un attore vero, di qualità, studiare, il teatro, la grande scuola, la gavetta. Quanta pazienza per la maturità artistica! Ma alla fine, mentre tutti i vari chef, pizzaioli, stilisti, bagnine sono tornati nel dimenticatoio, lui ha riconquistato la scena, e conquistato una delle donne più belle mai viste, la modella e attrice polacca Kasia Smutniak. Dalla quale ha avuto una bellissima figlia, di sei anni, Sophie, che andava a vedere il coraggioso papà che si lanciava dall’aeroplano col paracadute assieme ad insegnanti esperti, e volava come una rondine in primavera. Ma un brutto giorno di fine giugno, tra l’incredulità di tutti, qualcosa è andato storto, la ordinaria manovra non ha funzionato, il paracadute, aperto troppo tardi non ha rallentato la discesa a terra e l’impatto è stato come quello che lo ha da sempre contraddistinto e accompagnato dalla strada al successo: Veloce, fulmineo, immediato, da arresto cardiaco. A nulla sono servite le nove ore di operazione chirurgica all’ospedale di Terni, l’equipe medica ha fatto il possibile per salvarlo, per fermare l’emorragia addominale e celebrale ma, ai noi, a nulla è servito lo sforzo.

Ci ha lasciati un personaggio che in un decennio, ha fatto tutto, inizialmente è diventato famoso senza averne i meriti, se non quello di essere un giovane ragazzo genuino che è sempre stato sè stesso, ha provato gli eccessi, è salito e sceso come una scala mobile, come da una montagna, come un lancio dal paracadute, ha studiato ed è ri-diventato famoso recitando, stavolta con oggettivi meriti. Salutiamo un Guerriero senza ali che ha vissuto una vita intensa, spregiudicata, sempre sul filo del rasoio, una vita che ha vissuto a cento all’ora, come è arrivato alla ribalta mediatica, così, alla stessa velocità il destino se l’è portato via. Ciao Pietro!


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