La questione dei pignoramenti facili comincia davvero a far tremare le banche americane. Quella che inizialmente sembrava una leggera brezza alzata dalle “confessioni” di alcuni dipendenti circa i mancati controlli sui dossier dei proprietari immobiliari prima di procedere con gli sfratti, sta diventando sempre più una tempesta. Nell’occhio del ciclone, in particolare, ci sono JPMorgan Chase, Bank of America e Ally Financial, contro le quali si sono scagliati non solo i loro clienti ma anche le amministrazioni di alcuni Stati e numerosi membri del Congresso. Tanto da indurre alcune procure ad aprire formalmente le indagini.
Ma nei board degli istituti di credito la vera paura è legata al pericolo di ricevere pesanti sanzioni. «I tribunali hanno facoltà di attribuire pesanti multe agli istituti che non si sono comportati in modo limpido», ha spiegato all’agenzia Bloomberg Christopher Peterson, docente di legge all’università dello Utah. In particolare, nello Stato dell’Ohio le pene pecuniarie in questi casi possono arrivare fino a 25 mila euro per ciascun dossier trattato con “superficialità”. E in Iowa possono raggiungere un massimo di 40 mila dollari.
Proprio queste cifre, probabilmente, hanno spinto nei giorni scorsi JPMorgan a chiedere di sospendere le indagini, promettendo di rivedere tutte le pratiche legate ai mutui residenziali. Basta considerare che gli istituti di credito americani solo nel mese di agosto hanno preso possesso di 95.364 abitazioni su tutto il territorio degli Stati Uniti, e hanno inviato avvisi di pignoramento a 338.836 proprietari di immobili (complessivamente le case colpite dai provvedimenti sono oltre 5 milioni). Se anche solo i casi di agosto fossero ritenuti illeciti, e calcolando una multa di soli 10 mila dollari a dossier, per le banche il conto da pagare sarebbe superiore ai 950 milioni di dollari.
Dott Fabio Troglia
fabio.troglia@gmail.com
www.lamiaeconomia.com
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