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Pillole di recensioni #5: I love you, Beth Cooper (Doyle), Losing Hope - Le sintonie dell'amore (Hoover)
Creato il 22 agosto 2014 da Mik_94In realtà, il primo l'ho letto agli inizi del mese, ma per non postare un solo, misero commentino, ho aspettato il momento opportuno per trovargli un compagno. E' toccato alla Hoover, con questo secondo e ultimo appuntamento con la serie Hopeless, che però mi ha annoiato, meritandosi due stelle in meno del predecessore (qui) e facendomi saltare interi dialoghi che, riportati pari pari, ricordavo ancora. Una non richiesta rilettura, insomma. Leggo che i libri, comunque, sono piaciuti ai lettori registrati su Anobii, quindi magari il problema è mio e della mia momentanea irritabilità. Con qualcuno me la devo prendere, no? Inquietante il fatto che abbiano stesso prezzo, stesso numero di pagine, stessa valutazione... Su, vado. Ripeto e, dopo, mi scelgo un libro che sia easy, ma bellino. Si farà quel che si può. Un abbraccio, M.
Titolo: I love you, Beth Cooper Autore: Larry Doyle Editore: Kowalski Editore Numero di pagine: 310 Prezzo: € 12,00 Il mio voto: ★★½ Il mio consiglio musicale: Good Charlotte – Last Night La recensione: Leggendo il mio Città di carta, avevo pensato a un film di qualche anno fa e avevo scritto ad alcuni tipi in chat. “Ma ve la ricordate la commedia del 2009 di Chris Columbus, Una notte con Beth Cooper?” La risposta era unanime: no. Bene – cioè, male – ma la prima parte del romanzo di John Green a me ricordava molto quel teen movie in particolare. Succede, adesso, che Città di carta va nelle mani di un'amica e che questa amica, dopo le prime pagine, su Whatsapp mi manda una foto. “Ma sai che mi ricorda questo libro qui? Ci hanno fatto anche un film...” Il libro di Larry Doyle aveva ispirato la pellicola con la star di Heroes. Oltre allo stupore momentaneo, perché, ehi, nessuno ricordava l'esistenza di quel tassello della biografia del buon Columbus, c'è stata la curiosità di leggerlo. Mi sono reso conto di ricordare bene il film e di non divertirmi quindi più di tanto, alle prese con la volubile Beth, l'impacciato Denis, i loro squilibrati amici. La versione di inchiostro, seppur piacevole, non aggiunge nulla a ciò che il film mostrava. E il film già mostrava poco di suo, ma garantiva un'ora e trenta di svago. Doyle mette insieme questo young adult surreale, ironico e scanzonato, ma - capace di volgarità a raffica - non si rivela portavoce della necessaria profondità che ogni storia per ragazzi merita. Un film: novanta minuti e passa. Un libro, con cui trascorri più di qualche giorno, dovrebbe lasciarti qualcosa di più. Invece sono le riflessioni a mancare e si dimentica, quindi, il libro in sé, per uno stile che non cattura nemmeno. Le citazioni, le nozioni geek, le infinite liste lo rendono più irritante che altro, tanto da far pensare che il protagonista – maestro di brutte figure e capro espiatorio per i bulli – si meriti un po' della sua famigerata sfortuna nera.
Titolo: Le sintonie dell'amore – Losing Hope Autore: Collen Hoover Editore: Leggereditore Numero di pagine: 310 Prezzo: € 12,00 Il mio voto: ★★ La recensione: Nonostante il titolo, Le coincidenze dell'amore era una bella storia. Un romanzo che sapeva emozionare. Una sorpresa all'inizio dell'estate. Questo, invece, lo leggo sul finire di vacanze che non sono mai iniziate. Mi rendo conto: l'ho recuperato troppo presto, ma non avevo altro per le mani. Tralasciando il titolo italiano, due volte più brutto del precedente, neanche il romanzo mi è piaciuto. Anche se non abbastanza brutto, specifico, da meritarsi una denominazione tanto atroce, come tutti i libri che vorrebbero raccontarti la stessa storia, solo da un punto di vista alternativo, è inutile. La Hoover, come i fantasiosi titoli nostrani suggeriscono, torna a parlare – indovinate? - d'amore. L'intoppo è che, questa volta, non funziona quello che c'è tra Sky e Holder. Pochi pensieri, tanti dialoghi. Nemmeno banali, ma già sentiti, e in scene già viste. Generale l'assenza di quello che mi aveva coinvolto nel primo: umorismo, confusione, mistero. Senza, è una storia di traumi giocati a carte scoperte, visti da una prospettiva poco brillante. Il primo mi era piaciuto soprattutto per l'intensità del tema. Il resto era la solita canzone, anche se orecchiabile. Ricordo di essermi meravigliato per l'alternarsi concitato dei toni leggeri degli inizi e per l'imprevista tensione dell'epilogo: una densità da due libri in uno, quasi, non contemplata da new adult che spuntano come il prezzemolo. Il protagonista – nella storia di come perse e ritrovò la Speranza – si dimostra adesso fatalista, zuccheroso. Ha scarsa credibilità: un diciottenne non si esprimerebbe mai così, nemmeno fosse un pozzo incontaminato di sensibilità, castità e pensieri zen. A salvarsi sono i dialoghi con un tale Andrew e il simpatico migliore amico gay (e mormone) di turno e le rare lettere scritte alla sorella suicida, Less: l'unica cosa grossomodo inedita – a meno che non abbiate letto The Sky is everywhere, Noi siamo grandi come la vita e simili. Sky è un pretesto, un personaggio secondario: un'adolescente che, senza sapere quanto coraggiosa e vitale sia grazie alla lettura di Hopeless, ti sembrerebbe una miniatura stilizzata. Per scrivere libri simili, si deve essere bravi: una storia nota deve essere raccontata con inattaccabili perché. Questo prequel/sequel/spin-off/come-volete-voi non ne ha oggettivamente di abbastanza validi. Il precedente era la stessa cosa in senso stretto, ma era un'altra cosa in senso lato. Facciamo che vi consiglio quello, dài. Le sintonie dell'amore è da leggere ad anni di distanza, se avete una memoria a breve termine o l'idea di un'onesta rilettura dell'altro vi repelle proprio.
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