Magazine Rugby
Andiamo per ordine, dal leggero al pesante. All'inizio del filmato si dà conto di un fenomeno identitario tolonese che va bollendo nel rugby della vicina Provenza e sta guadagnando sempre più spazio e fama.
Si potrebbe paragonare a una Haka locale per via del testo (giocatori- guerrieri che scendono dalle montagne verso il mare, cfr. sotto) e perché viene intonata prima della gara; oppure a uno "Swing Low Sweet Chariot" francofono, perché viene cantata dal pubblico (foto) che duetta con un leader. Si chiama Pilou-Pilou, è stata scritta negli anni '40 da un tifoso locale, tal Marcel Bodrero; del resto lo stadio di Tolone è intitolato a Felix Mayol, cantante dei primi del Novecento che donò il terreno su cui sorse l'impianto. Godetevela, non è male se come il sottoscritto, pensate che le varie Haka in fondo in fondo abbiano oramai un po' ... e fermiamoci qui fin che siamo in tempo. Su YouTube si trova anche il fragoroso Pilou-Pilou pre quarto di finale di Euro Challenge contro gli Harlequins, da non perdere per gli estimatori del genere. Certo che il rugby d'Oltralpe! Come si dice a Prao, le Curve Sud del calcio nostrano gli fan bao!
Il testo:
Ah ! Nous les terribles guerriers du Pilou-Pilou
Qui descendons de la Montagne vers la Mer
(Pilou-Pilou !)
Avec nos femmes échevelées allaitant nos enfants
Sous l'ombre des grands cocotiers blancs
(Pilou-Pilou !)
Nous les terribles guerriers poussons notre terrible cri de guerre
(AAAARRRGGGGHHHHH !)
J'ai dit NOTRE TERRIBLE CRI DE GUERRE !
(AAAARRRGGGGHHHHH !)
Parce que TOULON
(ROUGE !)
Parce que TOULON
(NOIR !)
Parce que TOULON
(ROUGE ET NOIR!)
La scusa del Pilou Pilou era buona; nella realtà gli highlights di quella partita li presentiamo per bieche brame "da fanatici". Come infatti forse solo noi sottolineammo all'epoca dei fatti, quella gara fu interessata da una diatriba regolamentare relativa alla Law 22 ("In-Goal": quand'è meta), che casualmente abbiamo scoperto esser stata ufficialmente risolta solo in questi giorni. Per cui crediamo valga la pena di chiarire (in primis a noi stessi).
Accadeva su 6 a 3, primo tempo: Alexis Palisson di Tolone si lanciava su una palla calciata in area di meta superando il difensore del Montpellier; ma mentre volava sulla palla e prima di schiacciarla, il suo ginocchio toccava la linea dell'out laterale (touch-in-goal line). Negli highlights il fatto lo si trova attorno al minuto 3.17''.
Il Tmo annullò la meta: facile si può pensare, ha toccato la linea dell'out. Si dà però il fatto che sussista anche la misconosciuta regola 22.4 (g) ("Player in touch or touch-in-goal"), secondo la quale l'attaccante può marcare meta anche se è fuori dal campo (in touch) o "in touch di meta" (cioè fuori dal fondocampo: cattiva traduzione di touch-in-goal), purchè il giocatore stesso non stia portando la palla, cioè non ne abbia il possesso. La decisione ovviamente rimase, ma ci fu chi polemizzò, anche perché il Tmo intervistato a fine partita mostrò di aver scordato l'esistenza di siffatta Legge.
Ora, stavamo cercando nel sito degli arbitri sudafricani qualcos'altro "for fanatics only" di cui parleremo a breve (analisi sul nuovo sistema di attribuzione dei punti sperimentato nei tornei Varsity) e casualmente abbiamo trovato la risposta ufficiale al fattaccio.
Difatti la federazione francese FFR dopo il caso chiese una "interpretazione autentica" alla Irb. Impariamo che presso la stessa esiste un sottocomitato del Rugby Committee denominato in maniera vagamente Spectre "The Designated Members": sono i Guardiani del Regolamento, deputati a dirimere ogni dubbio o incertezza sulle Law of the Game.
I Members han oracolato or ora, il 16 aprile; diamo subito la soluzione del busillis: il Tmo fece il giusto nell'annullare la meta. I Saggi han chiarito una volta per tutte che la possibilità di segnare da fuori campo garantita dalla 22.4. (g), sussiste solo se (a) non c'è possesso e se (b) la palla è per terra in area di meta e non in aria. Nel caso in questione, han stabilito che il giocatore è da considerarsi "carrying the ball" (in possesso palla) dato che l'ovale viene giocato (toccato) per la prima volta quando è ancora in aria e non a terra.
Palisson quindi avrebbe dovuto aspettare che la palla fosse a terra e solo poi schiacciarla, incurante del fatto di avere o meno un ginocchio sulla linea dell'out. Un po' complicato visto che aveva il difensore addosso a mo' di zainetto ma tant'è, rule is rule.
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