Il Pinot Noir è uno dei vitigni più intriganti e camaleontici del mondo enologico. Come tutti sappiamo la sua patria d’origine è la Borgogna , dove i mitici Grand Crus non hanno rivali al mondo. Ultimamente si sono affacciate alcune regioni mondiali dal clima molto fresco come l’Oregon ed il Central Otago in Nuova Zelanda, ma la nazione con la seconda più alta percentuale di Pinot Noir coltivato al mondo è la Germania. Aggiungiamo che la presenza del Pinot nelle terre teutoniche potrebbe risalire all’epoca di Carlo Magno: dal suo castello di Ingelheim, con vista diretta sul Reno, istruì i monaci benedettini ( arrivati dalla Borgogna) a piantare le varietà bourguignonne nelle terre dove la neve si scioglieva prima.
carlo magno
Le date dovrebbero essere intorno al nono secolo dopo Cristo nelle terre dove adesso sorge il Schloss Johannisberg. In seguito la Germania si concentro alla produzione di vino bianco, anche a causa delle condizioni climatiche e la produzione di vini rossi proveniva da qualità molto rustiche, normalmente con un residuo zuccherino che mascherava le deficienze aromatiche.
Recentemente c’è stato un ritorno alla qualità, forse grazie ai cambiamenti climatici, e la percentuale di Spatburgunder , come viene chiamato il Pinot Noir in Germania, è aumentata fino a raggiunger gli attuali 12000 ettari piantati . Il totale è maggiore rispetto agli ettari piantati in Borgogna e posizionano la Germania come secondo paese al Mondo, dopo la Francia, come coltivazione di Pinot Noir. Benjamin Lewin MW ( master of wine), in un articolo apparso nella rivista Decanter del 2009 ci descrive l’enorme aumento di qualità del Pinot Noir tedesco. Benjamin ha assaggiato circa 60 diversi Spatburgunder provenienti da tutta la Germania, e le sue conclusioni sono queste: c’era veramente una bassissima percentuale di vini a basso livello , mentre quelli di livello alto possono essere paragonati a un AOC Village oppure un AOC Premier Crus della Borgogna. Mentre i Grosses Gewachs, paragonabili ad i Grand Crus sono di livello superiore.
Il Pinot Noir della Germania tende a seguire un identico percorso evolutivo rispetto ai cugini della Borgogna, anche se l’invecchiamento è molto più rapido nei vini provenienti dalla Germania, raggiungendo un apice normalmente dopo i sei anni. Benjamin ci parla anche delle caratteristiche dei Pinots assaggiati: nella maggiore parte ha trovato note oleose di glicerolo che conferiva al vino una certa opulenza. Altro aspetto è l’elevato tasso alcolico, raramente al di sotto dei 13,5%; ciò è legato alla vendemmia tardiva ( in Ottobre) ed alla radicata credenza popolare che vuole il vino rosso con almeno 13% di alcool, per avere una apprezzabile ricchezza di materia. Tendenza abituale è quella di Chapitaliser ( aggiungere zucchero al mosto di vino, la legge europea permette questa pratica per determinate regioni dove c’è carenza di sole e dunque qualche problema a raggiungere perfette maturazioni dell’uva), anche se si lasciano i vini naturali si ottengono vini molto più eleganti.
vigneti a baden
In Germania si produce Pinot Noir in tutte le regione vinicole con il Baden, regione confinante con Alsazia e patria naturale del vino rosso tedesco, che da sola produce circa la metà del Pinot Noir tedesco. Altre regioni degne di nota sono l’Ahr con i suoi terroir minerali; Mosel dove ultimamente si sta piantando il Pinot; il Rheingau, dove tutto ebbe inizio ed è curiosamente una delle regioni meno interessanti per il Pinot; Franken, patria del Sylvaner, ci regala dei vini eleganti e leggeri; Pfalz dove i Pinot sono più opulenti e maturano più lentamente.
43.794180 7.613010