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Pinpoint di precisione su Saturno e le sue lune

Creato il 11 gennaio 2015 da Aliveuniverseimages @aliveuniverseim

Abbinando i dati della sonda della NASA Cassini con quelli dei radiotelescopi Very Long Baseline Array (VLBA) della National Science Foundation, gli scienziati hanno rilevato con estrema precisione la posizione di Saturno e delle sue lune.

La misurazione è circa 50 volte più precisa di quella fornita dai telescopi ottici terrestri.

Un team di ricercatori del Jet Propulsion Laboratory della NASA e del National Radio Astronomy Observatory (NRAO) ha utilizzato il VLBA, una matrice gigante di antenne sparse dalle Hawaii alle Isole Vergini, per seguire la Cassini mentre orbitava intorno Saturno negli ultimi dieci anni, combinando i risultati con le informazioni del Deep Space Network della NASA.
Queste osservazioni multiple hanno permesso di ottenere dati ancora più accurati sul baricentro del sistema di Saturno e delle sue numerose lune.

La nuova misura è stata possibile solo grazie alla longevità della missione Cassini ed alla capacità del VLBA i discernere dettagli su piccola scala.

"Questo lavoro è un grande passo in avanti per una maggiore comprensione delle orbite dei pianeti esterni al nostro Sistema solare e quelle dei pianeti interni", ha detto Jones Dayton del JPL, autore principale dello studio presentato all'incontro dell'American Astronomical Society tenutosi a Seattle.

I nuovi risultati hanno anche aiutato gli scienziati ad eseguire test sempre più severi della teoria della Relatività Generale di Albert Einstein, osservando i piccoli spostamenti di buch neri e quasar durante i transiti di Saturno.

Ora, le nuove informazioni vengono utilizzate dal team Cassini stesso per programmare la traiettoria della sonda: le effemeridi aggiornate hanno permesso di migliorare la navigazione e progettare manovre sempre più precise, con conseguente risparmio energetico.

Jones e colleghi hanno in programma di continuare le osservazioni congiunte Cassini - VLBA fino alla fine della missione nel 2017.
Il team spera, inoltre, di poter utilizzare la stessa tecnica anche quando la sonda della NASA Juno raggiungerà intorno Giove nel 2016, perfezionando la conoscenza dei parametri orbitali del pianeta gigante del nostro Sistema Solare.


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