Notte di Nebbia in Pianura, Borges aveva un Tumblr e ora Pinterest è un Sogno?, la produzione di Angelo Ricci è davvero interessante. Il “guerrigliero” della parola” – come egli stesso si definisce, è stato già ospite del buon vecchio Destinazione Cuore Stomaco e Cervello con una breve intervista e con un mini-racconto inedito.
Dopo il BOT di Einaudi, oggi su Scrittore Computazionale tocca ad Angelo Ricci raccontarci cos’è Pinterest e perché può essere utile allo scrittore.
Perché uno scrittore dovrebbe usare Pinterest?
La domanda è simile a tutte quelle domande che possono essere in buona sostanza ricondotte a una sola: perché uno scrittore dovrebbe avere una presenza sul web? [Su Scrittore Computazionale se ne è parlato recentemente qui]
Credo che la risposta non sia certamente univoca, né legata a necessità inderogabili. Non è scritto da nessuna parte che chi cerca di far conoscere i propri scritti debba, per forza di cose, essere presente su internet, né, tantomeno, sono convinto della necessità inderogabile di dovere dimostrare in qualche modo che la propria esistenza come creatori di contenuti sia legata a doppio filo al mondo della condivisione di quegli stessi contenuti. Tuttavia è ormai acclarato, nei fatti come nelle opportunità editoriali, che oggi chi scrive abbia in qualche modo, non dico la necessità o il dovere di stare su internet, ma certamente l’esigenza di confrontarsi con il web per far conoscere quello che produce.
Moltissime sono le piattaforme sulle quali la produzione editoriale (intesa sia dalla parte degli scrittori che da quella degli editori) si è ormai spalmata. Prima furono i siti statici, poi i blog, poi gli account e la pagine su facebook e infine la presenza su twitter.
Pinterest è l’ultimissima frontiera, l’ultimissima zona di confronto, l’ultimissima, forse, killer application nel mondo infinito della condivisione dei contenuti. E, a suffragarne il successo, contribuisce certamente il fatto che questa piattaforma è imbattibile nella produzione di traffico internet. Quindi, una volta accettato il fatto che non tutti gli scrittori possono avere imperitura fama da un anonimato ricercato all’estremo (come dei Salinger o dei Pynchon) è chiaro che Pinterest non può che essere parte di quella strategia che, dalla condivisione dei contenuti, deve (o dovrebbe) arrivare a far sì che uno scrittore cerchi di raggiungere una certa visibilità attraverso la sua presenza sul web.
Ma perché Pinterest? Come può un luogo che fa dell’immagine la propria ragione d’essere coniugarsi con chi, come gli scrittori, si rapporta essenzialmente con la parola scritta?
Niente di più facile. Proprio perché Pinterest usa le immagini può essere il luogo ideale per la promozione di uno scrittore.
Partiamo da una banalissima considerazione: ogni libro, ogni ebook ha una copertina e proprio quella copertina è il primo richiamo per i lettori. Quindi, cosa c’è di più facile che creare una board del proprio libro a partire proprio dalla sua copertina? E perché non continuare pinnando in quella board le immagini dei luoghi in cui si svolge la trama del nostro libro? E perché non creare un’altra board con le immagini degli scrittori che ci hanno influenzato?
Inevitabilmente arriverà anche la board con le foto delle presentazioni del nostro libro, magari corroborata da foto che ci vedono in compagnia dei nostri lettori. Potremmo anche creare una board con le recensioni che il nostro libro ha ricevuto, trasformandole in link che commentino altre immagini che possono andare dal banale screenshot del sito che ci ha recensito ad altre che, in qualche modo e seguendo la nostra creatività, abbiano un qualche richiamo con quel link, con quella recensione.
Lentamente davanti ai nostri occhi vedremo nascere giorno per giorno una vera e propria storia per immagini di quello che abbiamo scritto, del materiale e degli autori che ci hanno influenzato e di come quello che abbiamo pubblicato è stato accolto dal pubblico.
Non va dimenticato poi che Pinterest è un social network e quindi, come in ogni social, va inseguita la dimensione della condivisione, del following, della ricerca di chi ha i nostri stessi interessi. Non è necessario essere presenti ventiquattro ore su ventiquattro, ma la ricerca e la condivisione di quello che altri postano (in questo caso pinnano) e che è simile ai nostri interessi va comunque perseguita. Non c’è nulla di più controproducente di un account abbandonato a se stesso e che non genera nulla di nuovo da settimane. Inoltre su Pinterest la condivisione è esente dai commenti dell’ultimo minuto, dalla conversazione estremizzata e questo, a maggior ragione, ci dà la possibilità di creare qualcosa che, proprio nel suo stabilizzarsi nel tempo, è molto simile a una installazione artistica che ha molto della pop art e che quindi dà origine a una sorta di work in progress ragionato che ha come oggetto i nostri interessi, la nostra immagine e, perché no, anche il nostro personalissimo storytelling.
Le possibilità sono semplicemente infinite e hanno come unico limite la creatività dello scrittore.
Pinterest quindi come una sfida, come un’opportunità di far nascere qualcosa che si affianca alla nostra attività editoriale e che, proprio per questo, possa arricchire quello che abbiamo scritto e possa incuriosire anche chi passa a dare un’occhiata alle immagini che abbiamo pinnato.
Usi anche tu Pinterest? E cosa pensi della “riscrittura” in immagini di una storia? Se ti va, condividi la tua opinione nei commenti.
L’immagine, una bellissima “micrograph”, mostra dei cristalli di Dopamina, la sostanza prodotta in diverse aree del cervello che genera un effetto “ricompensa”. Recentemente diversi studi hanno individuato una correlazione tra la Dopamina e l’intensità, la frequenza e la lunghezza dei sogni.