Magazine Media e Comunicazione

Pinterest: nasce l’esigenza di un’estetica dei pin?

Creato il 21 novembre 2012 da Franzrusso @franzrusso

Abbiamo più volte scritto in questo ultimo anno di quanto Pinterest sia da ricordare come il vero fenomeno tra i social media del 2012. Grande successo di numeri e le recenti modifiche ne accrescono l’appeal. Eppure tra i tantissimi pin che ogni giorno vediamo non tutti sono adeguati. E’ il caso di parlare di “estetica dei pin”?

In un momento in cui Pinterest è tornato agli onori di cronaca grazie alle ultime novità, dalle notifiche e la gestione degli utenti  alle board segrete ed alle pagine aziendali, ho sentito la necessità di condividere con voi una riflessione autocritica sul modo con cui stiamo usando questo strumento, a maggior ragione se da ieri questo si è fatto ancor più strumento di marketing con le brand pages e se lo sarà ancor di più inserendo elementi di monitoraggio e analisi come sembra voler fare.

Pinterest: storia autocritica di un cattivo utilizzo

Da qualche tempo ho notato una mia reticenza nel cliccare su link provenienti da Pinterest rintracciati tramite altri social network. Mi chiedevo perché, perché vedendo un link “pinterestiano” ad esempio su twitter il mio istinto fosse quello di evitare di aprirlo? Non riuscivo a mettere a fuoco il problema fino a quando non mi è passato davanti un tweet di  Rosa Giuffrè

image

con  tema “il pin perfetto”, post che condivido a pieno dato che spesso l’esperienza Pinterest risulta deludente a causa della superficialità con cui vengono inseriti i contenuti su questo social network.

A questo punto quella “reticenza” ha preso forma ed è diventata una sorta di autocritica al modo di usare Pinterest da parte di molti di noi, me compresa, soprattutto nel settore del social media marketing. In sostanza una volta difronte ad un tweet contenente un link a Pinterest mi sono chiesta:

Perché per arrivare a leggere “quel” post dovrei cliccare su di un link che mi porta ad un pin la cui immagine non aggiunge e non anticipa nulla e pergiunta mi costringe ad un ulteriore click per raggiungere finalmente il contenuto desiderato?

Fermo restando che per un’esperienza completa di navigazione su Pinterest siano necessari elementi che vanno “oltre il pin”, ad esempio un link ad un approfondimento, trovo anche che la completezza del messaggio debba essere il pin stesso.

Capita fin troppo spesso di vedere pin che non contengono alcuna coerenza con il contenuto o che non hanno una completezza, perché parzialmente compilati come dice Rosa ma anche perché l’immagine utilizzata non è stata pensata per quel tipo di comunicazione, così succede addirittura che le stesse immagini portino a contenuti differenti, creando una confusione totale nell’utente che se arriva da un altro social network trova un’immagine “inutile” che è costretto a cliccare per “ottenere soddisfazione”, se invece sta cercando contenuti all’interno di Pinterest si trova davanti una ripetizione di immagini identiche o similari che spesso portano a post diversi tra loro.

imageimageimage

imageimageimageimage

Credo occorra quindi un piccolo cambio di mentalità, uno sforzo in più, che in parte si è già concretizzato con la nascita delle infografiche ma che deve ancora prendere una forma più concreta: pensare che i nostri contenuti possano essere “pinnati”. Dare ai nostri post immagini esaustive evitando di utilizzare riempitivi standard che farebbero sembrare un pin al nostro post identico ad un post di qualcun altro, dare al lettore un’impatto visivo che renda giustizia al suo click e che sia la leva per il prossimo click di approfondimento. Blogger o brand o editori o copywriter, è indifferente, il pin dev’essere bello e completo nel messaggio.

Potremmo dire che siamo di fronte ad una ‘“Estetica dei pin”?

Qual’è la tua esperienza di pinner?  Quanti pin uguali ti è capitato di notare?

Quante volte hai evitato di cliccare su un link Pinterest da Twitter perchè “troppi click per arrivare al post”?


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog