Pinterest: una guida per gli small business

Da Lipoffaith @federica1204

Pinterest, il social network dedicato alla condivisione di foto, video ed immagini fondato da Paul Sciarra, Evan Sharp e Ben Silbermann è stato acclamato come uno dei social emergenti del 2011. Lanciato nel 2010, il servizio ha superato in breve tempo 25 milioni di visitatori al mese e risulta al 38esimo posto secondo il ranking Alexa (dati settembre 2012, fonte ComScore). Pinterest si configura – anche graficamente – come uno scrapbook delle cose che sono d’ispirazione per l’utente e che quindi vengono appuntate sulla propria bacheca virtuale. Il format è un’evoluzione dei tradizionali siti di social bookmarking (del.icio.us, Digg and Reddit) mixato a un po’ di Flickr e shakerato con un bel Tumblr.

Il servizio permette agli utenti di creare pinboards, bacheche per gestire la raccolta di contenuti preferiti – immagini o video – e condividerli con gli amici. Ultima novità l’introduzione della “Secret board“, un posto non visibile a chi ci segue dove, come comunicato da Silbermann&Co, si potranno  “mettere le cose che non sei ancora pronto a condividere, come una festa a sorpresa, idee regalo particolari, o anche la pianificazione di nuovo bambino”. Un altro punto di forza di Pinterest è l’integrazione con gli altri social network, come Facebook, Twitter, Flickr e i “pin button” che si possono facilmente installare all’interno di un blog o del proprio sito web.

Come servizio fortemente basato sull’impatto delle immagini e in quanto dotato di una sezione Gifts, suddivisibili per fascia di prezzo, non meraviglia che Pinterest sia da subito apparso come molto appetibile per i marketer dei principali brand globali. I big player si sono subito buttati nel nuovo canale, anche se con risultati alterni, tanto che i profili Pinterest più seguiti rimangono quelli di utenti privati.

L’infografica mostra come Pinterest costituisca una leva micidiale per incrementare le potenzialità dei siti di e-commerce. Fonte: Fastcodesign.com, 2012.

Ma al di là dei big spender che non possono permettersi di non presidiare un canale così affollato in termini di traffico e di utilizzatori, Pinterest è uno strumento utile o no alle aziende? Le posizioni non sono unanimi: passata l’euforia iniziale, alcuni hanno rilevato che il sito non creava significative conversioni e che non spingerebbe all’acquisto, mentre una recente ricerca dimostrerebbe al contrario come Pinterest riesca ad influenzare l’atteggiamento nei confronti dei brand presenti, crei maggiore engagement e sia in grado di spingere all’acquisto online più di Facebook.

Per questo le piccole aziende devono ponderare bene se esserci o no per non disperdere tempo e risorse preziose. Se vendiamo prodotti online, è probabile che tenere un account aziendale possa portare qualche vantaggio. Soprattutto se si tratta di prodotti esteticamente notevoli, colorati o di design, che si prestino a un facile “repin”. Essendo Pinterest un sito visivamente impattante e coinvolgente è fondamentale quindi imparare ad usarlo al meglio.

Ecco alcuni semplici trucchi per ottimizzare la propria presenza su Pinterest:

1.  Verificare quantità e qualità dei repin che ci riguardano. La prima cosa da fare è controllare se e come le nostre immagini vengono repinnate dagli utenti di Pinterest. Per fare questo basta andare alla pagina http://pinterest.com/source/<nomedominio.ext>/. Inserendo nello spazio tra <> il proprio dominio, si scoprirà quello che è stato pinnato dal proprio sito, quanto interesse ha generato e quali immagini hanno catturato di più l’attenzione.

Se non vengono visualizzate molte immagini dal proprio sito, non significa che non sono belle, ma semplicemente che non soddisfano gli standard di Pinterest: se le immagini sono di un formato di un certo tipo, ad esempio troppo piccole, Pinterest semplicemente non le cattura. Vediamo in dettaglio queste caratteristiche.

2.  Proporre sui propri siti immagini Pinterest-friendly, con caratteristiche cioè compatibili con gli standard del sito. Pinterest infatti non vede le immagini che hanno altezza o larghezza inferiore a 80 pixel (è il caso, ad esempio, dei thumbnail presenti sul sito), le immagini di sfondo, le immagini incorporate negli iframes e quelle utilizzate nei siti in Flash.Per immagini con queste caratteristiche il repin è quindi impossibile. Ricordiamo anche che i video YouTube o Vimeo incorporati nel sito compaiono per primi tra gli elementi mostrati da Pinterest.

La grandezza ottimale delle immagini per Pinterest è di 600 pixel di larghezza, senza limiti di altezza, almeno dal punto di vista teorico. In realtà ciò è vero sulla bacheca di Pinterest dove le immagini sono ridimensionate a 192 pixel di larghezza e supportano un’altezza infinita, però quando si clicca sul pin vero e proprio l’altezza è limitata a 880 pixel. Le dimensioni ottimali da usare per Pinterest sono quindi indicativamente di 600×800 pixel: vengono ridimensionate a 192 x 256 in bacheca, risultano pienamente visibili se ci si clicca sopra, e mantengono un ingombro e una visibilità ottimali nella dashboard.

3.  Bloccare il repin delle immagini. Se alcune immagini presenti sul proprio sito hanno dei diritti di riproduzione particolari o semplicemente non si vuole la loro diffusione sulle bacheche Pinterest, basta aggiungere nell’head html della propria pagina web il seguente codice (il messaggio, che può essere personalizzato, comparirà ogni qualvolta qualcuno proverà il repin):

<meta name=”pinterest” content=”nopin” description=”Sorry, but the images on this page are not available for pinning.” />

4.  Aggiungere i bottoni di ‘Follow me on Pinterest’ e ‘Pin it’ sul proprio sito. Per farlo basta semplicemente andare nella sezione Goodies e installare i codici dei bottoni.

Questi sono solo alcuni consigli per iniziare. Sta a voi poi mostrare di avere la stoffa per diventare il marchio più “pinteresting” della rete. Fuori le puntine quindi: la guerra dei repin è iniziata.



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