Una tomba a cremazione della cultura Vaccean nel sito di Pitia
(Foto: Wikimedia Commons)
L'area archeologica si estende su 125 ettari e contiene tracce di un'occupazione umana che si è protratta per quasi mille anni. Recentemente gli archeologi hanno trovato alcune sepolture con corredi funerari databili a 2500 anni fa. In particolare è da segnalare una sepoltura ad incinerazione, che sembra poter essere molto importante nella conoscenza della cultura Vaccean, popolazione dell'Età del Ferro che è vissuta ed ha prosperato nella zona per diversi secoli prima di Cristo.
Pitia è stata il centro di tre culture differenti: Vaccean, romana e visigota. Negli ultimi dieci anni gli archeologi hanno scavato almeno 150 tombe a cremazione che contengono una serie di corredi funerari: vasi, pugnali, collane, giocattoli per bambini, coltelli, pinze, griglie di ferro, spille e punte di lancia. Questi reperti potranno, una volta studiati più a fondo, aggiungere particolari importanti per la conoscenza della cultura Vaccean.
I resti dell'antica città di Pitia finora riportati alla luce comprendono l'insediamento residenziale di Las Quintanas, la necropoli di Las Ruedas, un ustrinum o luogo di cremazione situato a Los Cenizale, quello che si crede di essere un santuario in una zona compresa tra Los Hoyos e Las Ruedas ed un quartiere artigianale nel quale venivano prodotti anche i corredi funerari in ceramica. Gli scavi hanno restituito l'immagine di un sito con un sistema ben articolato di strade, di case in legno e fango con tetti di paglia e pavimenti in terra battuta.
Pintia venne alla luce nel 1870, quando agricoltori locali si imbatterono in ossa e manufatti che portarono all'attenzione delle locali autorità. Ricerche più approfondite e organizzate iniziarono nel 1979 a cura dell'Università di Valladolid.