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La proposta di legge Ingroia-La Torre
I pubblici ministeri dell’Alto Commissariato agiranno singolarmente e/o in coordinamento con i colleghi che operano nelle varie Direzioni Distrettuali Antimafia e anche in collaborazione con i Pm del resto del Paese. Qualora questi ultimi, nel corso di un’indagine, sospettino che ci siano beni o capitali riconducibili a un mafioso, grande evasore o corrotto-corruttore, dovranno trasmettere senza ritardo la comunicazione ai colleghi specializzati dell’Alto Commissariato presso le Direzioni Distrettuali Antimafia.
Il primo controllo sul provvedimento di sequestro dei beni spetterà al Tribunale per i patrimoni illeciti,che dovrà pronunciarsi entro 60 giorni. Tale tribunale andrà a sostituire l’attuale sezione di prevenzione antimafia. Il secondo e ultimo controllo sarà invece effettuato da 20 magistrati di una sezione giudicante specializzata della Corte Suprema di Cassazione. La sezione si pronuncerà sull’eventuale confisca definitiva entro 60 giorni.
I capitali confiscati confluiranno in un conto gestito dalla Banca d’Italia, mentre la gestione dei beni rimarrà di competenza della ANBFC, l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità.
Sarà poi compito della legge ridefinire le categorie dei destinatari (enti pubblici e privati nonché società pubbliche e altri soggetti collettivi) a cui affidare in proprietà e locazione i beni immobili confiscati. Le assegnazioni ai privati e le alienazioni dei beni confiscati devono essere effettuate dopo rigorose verifiche sul profilo di moralità, rettitudine e dei loro precedenti penali e giudiziari.
La novità rivoluzionaria di questa proposta di legge consiste nel destinare i beni e i capitali sottratti all’illegalità per politiche di interesse pubblico e sociale. Tali risorse verranno dirottate verso gli ospedali pubblici, le residenze sanitarie per i non autosufficienti, per il trattamento di patologie non coperte dal Servizio sanitario nazionale e per la messa in sicurezza delle scuole. Beneficiari saranno inoltre asili eludoteche, centri di accoglienza, case rifugio e alloggi per gli studenti fuori sede.
Le risorse recuperate con la legge Ingroia-La Torre verranno impiegate a favore del lavoro con l’accesso agli ammortizzatori sociali per i lavoratori che denunciano illegalità, con incentivi per i datori di lavoro che assumono gli ex dipendenti delle aziende confiscate e per il reinserimento nel lavoro di soggetti svantaggiati: donne e minori vittime di tratta, ex detenuti, persone con disabilità, ecc.
A godere dei benefici economici derivanti dalle confische operate dall’Alto Commissariato saranno anche gli interventi per le bonifiche dei siti industriali inquinati, i bacini idrogeologici compromessi dalla cementificazione e dall’abusivismo, la reindustrializzazione di aree dismesse.
Lo snodo istituzionale per la destinazione e l’utilizzo dei beni confiscati sarà la Conferenza Stato-Regioniche, entro 60 giorni dal conferimento di tali beni individuati dall’Alto Commissariato, indicherà i progetti operativi, le iniziative, i luoghi e i tempi entro cui devono svilupparsi.
Ulteriore compito dell’Alto Commissario sarà quello di vigilare sui tempi di realizzazione dei progetti operativi, sulle iniziative e i luoghi dove devono svilupparsi. Promuoverà inoltre l’azione penale in caso di inadempienze e inottemperanze. I pubblici funzionari, gli incaricati di pubblico servizio, gli amministratori pubblici che non ottemperino al loro dovere saranno considerati responsabili di omissione di atti d’ufficio, sospesi per due anni dai pubblici uffici con la perdita dello stipendio e passibili di ammenda fino a 250.000 euro.
A livello internazionale l’Alto Commissario sarà il referente italiano delle istituzioni europee di coordinamento nella lotta alla criminalità, costituite da EUROPOL, OLAF, RETE GIUDIZIARIA EUROPEA ed EUROJUST, in ciascuna delle quali designerà un proprio rappresentante. In accordo con il Procuratore Nazionale Antimafia, e in base alla Decisione Quadro del Consiglio Europeo n.2002/465/GAI/ del 13.06.2002, promuoverà la costituzione di Squadre investigative comuni sovranazionali per la lotta alla criminalità organizzata, alla corruzione, alle attività finanziarie illecite, nonché all’evasione fiscale.
Ma quanto peserà sulle casse dello Stato questa nuova lotta alle mafie, alla grande evasione fiscale e alla corruzione? I 600 uomini delle forze dell’ordine costeranno 60 milioni di euro, mentre per i 110 magistrati la spesa sarà di 80 milioni. Altri 6 milioni saranno necessari per una Banca dati centrale e 3 per la struttura. L’ammontare sarà quindi di 149 milioni di euro che saranno spalmati nei prossimi tre anni.
Se si pensa che un cacciabombardiere F-35 costa 159 milioni, l’operazione di recupero dei beni e dei capitali illeciti costerà ai cittadini italiani ben 10 milioni in meno di un solo aereo militare.