Pio XI non rispettò l’accordo con il fascismo e attaccò le leggi razziali

Creato il 15 agosto 2012 da Uccronline

Sul «Corriere della sera» del 26 luglio scorso, Francesco Margiotta Broglio, presentando uno studio di Giorgio Fabre per i «Quaderni di Storia», ha richiamato l’accordo al quale la Chiesa di Pio XI e il governo di Benito Mussolini giunsero il 16 agosto del 1938 sulla questione del razzismo: secondo la tesi di Fabre, pur di difendere l’ Azione cattolica, Pio XI subì la svolta razzista.

Fortunatamente sullo stesso quotidiano è arrivata immediata la replica di Valerio De Cesaris , docente di Storia contemporanea all’Università per Stranieri di Perugia e segretario della SISSCO (Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea). Lo storico ha precisato giustamente che tale accordo «giungeva dopo settimane di alta tensione e due gravi discorsi di Pio XI: il primo contro il “Manifesto degli scienziati razzisti” (15 luglio); il secondo in cui il Papa lamentava che l’ Italia, sul razzismo, imitasse “disgraziatamente” la Germania (28 luglio)». Tuttavia tale intesa tra Chiesa e Stato «non segnò una svolta nello scontro che oppose la Santa Sede e il fascismo nel 1938. Fu anzi rapidamente accantonato, perché il Papa scelse di non tacere. Già il 19 agosto un articolo dell’ “Osservatore Romano” ribadiva la posizione tradizionale della Chiesa nei confronti degli ebrei, per sottolineare che l’ostilità antiebraica di parte cattolica non poteva in alcun modo dipendere da “ostracismo di razza”; il Papa, nei giorni seguenti, continuò a criticare il razzismo, contravvenendo quindi a quanto stabilito nell’ accordo».

Proprio per questo, il 22 agosto Galeazzo Ciano, ministro degli Esteri e genero di Mussolini, annotò nel suo diario: «Sembra che il Papa abbia fatto ieri un nuovo discorso sgradevole sul nazionalismo esagerato e sul razzismo. Il Duce, che ha convocato per questa sera Padre Tacchi Venturi, si propone di dare un ultimatum». Ci furono effettivamente pressioni su Pio IX, ma tuttavia «le due parti restarono, su razzismo e antisemitismo, in forte contrasto. Il 6 settembre, all’ indomani dei provvedimenti fascisti che escludevano gli ebrei da scuole e università, Pio XI pronunciò le celebri frasi sul legame indissolubile tra cristianesimo ed ebraismo: “Non è lecito per i cristiani prendere parte all’ antisemitismo. L’ antisemitismo è inammissibile. Noi siamo spiritualmente semiti“».

Nelle settimane e nei mesi successivi, ha continuato De Cesaris, “L’ Osservatore Romano” «criticò quasi quotidianamente il razzismo. Quando, tra ottobre e novembre 1938, la Santa Sede chiese più volte al governo italiano di discutere assieme il contenuto delle leggi razziali, Mussolini non volle concedere nulla. Le proposte di modifica avanzate dal Vaticano furono respinte. Le proteste del Papa, che scrisse personalmente al re Vittorio Emanuele III e a Mussolini perché non si vietassero i matrimoni misti, rimasero inascoltate (Mussolini neppure rispose alla lettera di Pio XI). In quel frangente, l’ atteggiamento del Duce fu volutamente umiliante verso il papa. Forse proprio perché quest’ ultimo, nei mesi precedenti, non aveva voluto piegarsi al diktat di non parlare del razzismo. Tema su cui le posizioni di Pio XI e di Mussolini erano inconciliabili e tali rimasero sino alla morte del Papa».

De Cesaris è un esperto di questa tematica avendo anche pubblicato il volume Vaticano, fascismo e questione razziale (Guerini 2011), nel quale, attraverso l’analisi di documenti italiani e vaticani, ha ricostruito la crisi tra il governo fascista e la Santa Sede in merito alla questione razziale e i passi diplomatici con cui la Santa Sede tentò di bloccare l’adozione in Italia delle leggi razziali. Durante la presentazione pubblica, la storia ebrea Anna Foa si è soffermata su questi articoli critici dell’”Osservatore Romano”, «prima che venisse sequestrato, prima che gli squadristi si avventassero su chi lo comprava per picchiarlo e per strapparne le copie». 

Per un documentato approfondimento sui rapporti tra Santa Sede e fascismo circa le leggi razziali si invita a consultare questo articolo apparso su «La Civiltà Cattolica».


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