Magazine Diario personale
Nonostante sia stata una settimana molto intensa e non troppo facile, oggi sono uscita per camminare almeno un po'. Due mercoledì fa il comune di Genova mi ha chiamato per una supplenza nella scuola materna. È stata una bellissima sorpresa, ma insieme con questa ne ho avuta un'altra non troppo positiva: l'oculista mi ha trovato un inizio di retinopatia... è accaduto tutto lo stesso giorno, ma il Signore mi ha dato la forza di superare l'iniziale sgomento e quindi il mio nuovo impegno nella scuola: un nuovo ambiente, un nuovo lavoro...
L'inizio è stato buono, poi purtroppo, siccome i bambini sono dei veicoli di germi, ho preso l'influenza sebbene abbia fatto il vaccino. Sono andata ugualmente a lavorare: una sera la febbre ha raggiunto quasi i 39 gradi; il mattino seguente avevo 38. Avevo sudato per tutta la notte e di mattina non avevo la forza nemmeno di pensare di andare a scuola. Ovviamente ci sono andata e grazie a una Tachipirina, la febbre è scesa durante la mattinata. Sarà per questo motivo che nel mio spirito sono scese delle ombre fitte. Sì, sono andata ugualmente a messa... e con grande sacrificio. La sera che avevo la febbre a quasi 39, sono andata nella chiesa di Padre Santo, nonostante la forte pioggia. Tuttavia, nel mio cuore sono calate delle ombre spaventose, terribili. Non ho avvertito una grande sofferenza, ma con desolazione mi sono guardata attorno e non ho più sentito la presenza di Dio. Prima che trovassi questo lavoro e Dio mi accontentasse in qualche modo o facesse palese la sua presenza almeno in questo campo, sentivo un grande desiderio di praticare la carità. Pregavo volentieri e partecipavo attivamente alla Santa Messa, ma, iniziato il lavoro e la sofferenza fisica, Dio sembra essersi volatilizzato. Non sento pace, né gioia, né desiderio di praticare la carità. Lo cerco disperatamente, ma non lo sento più. Un po' di amarezza nel cuore perché ho ceduto spesso e volentieri all'impulsività.
Così, oggi, sono uscita dopo una settimana di lavoro e impegno nel superare la sofferenza fisica per far fronte al mio dovere. Che nuvole, che pioggia! Tutto grigio, gli alberi scossi dal forte vento...Eppure a me piace, nonostante i muri e la terra non ne possano più e siano zuppi...
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