E' in una giornata di pioggia come questa, al calduccio della propria casetta, con Peppa Pig sempre presente ed il dolce Polpettino che mi chiede "mamma, mani pocche...laba"( mani sporche, lava)che i pensieri sembrano scorrere lisci e liquidi esattamente come quella pioggia che picchietta contro i vetri...
Una dolce malinconia che fa pensare a quei momenti in cui eri più fragile, in cui la ricerca di colmare quel vuoto che ti porti sempre dentro sembrava essere la mano tesa di un mendicante che non aveva proprio nulla da stringere in quel pugno che serrava contro tutto e tutti per allontanare sul serio e nella realtà chi nel suo cuore aveva allontanato da tempo. E ripenso alla Potolina di anni fa, quella che con il blog si è sentita meno sola, quella che ancora sperava che rapporti ormai logorati e logori potessero riprendere con spinta e grinta, sotto il riflesso di una luce nuova. Ed invece mi ritrovo a contemplare il frutto dei distacchi maturati negli anni in cui mi sono sentita più in balìa degli eventi, sbattuta a destra ed a sinistra come su di un'altalena in cui il senso ed il verso non lo imprimevo io....e mi ritrovo più forte , a fare a meno del bisogno di approvazione di quelle stesse persone che mi hanno reso tanto insicura quanto sola. A fare a meno di aggrapparmi a delle inutili e vane speranze riposte negli altri sperando in una sicurezza che non mi verrà mai data. E così quando guardo il mio piccolino che chiede la manina quando ha paura di cadere, così penso a tutte quelle manine che mi sono state negate, volontariamente o involontariamente, ma il cui vuoto e la cui mancanza si è cementata nella mia atavica, perenne, fastidiosa insicurezza. Ma a distanza di anni e tempo con questa atavica, perenne, fastidiosa insicurezza sto imparando a conviverci e a volte paradossalmente ne sono grata. Grata perchè oggi posso dire di essere stata brava, sperando di non peccare di immodestia, brava nonostante tutto...brava a non cedere alla tentazione di lasciarsi andare, ad andare avanti nonostante i salti ad ostacoli, nonostante le barriere, le derisioni, la sfiducia, la sorpresa davanti ai tuoi successi perchè da me non ci si poteva che aspettare solo il peggio, nonostante le mani negate, i rifiuti sbattuti in faccia come pugni, le etichette appiccicate che mi hanno fatto più male di pugnalate e della solitudine in cui ho scoperto quella me che mi piacerebbe venisse fuori sempre, anche nel modo di comunicare con gli altri e non solo nelle scelte quotidiane che richiedono forza e determinazione. E alla luce della famiglia che ho creato, del marito che ho scelto, dei figli che mi sono stati donati e dell'amore che si respira tra di noi sono riconoscente anche nei confronti di quei momenti di buio assoluto senza i quali tutto questo non sarebbe stato possibile.
Quella mano tesa a elemosinare, trovatasi vuota si è chiusa a pugno....ma qualcuno l'ha riaperta per farne diventare una carezza...