A metà tra un quadro di Turner e una vecchia foto in bianco e nero… Francesco pesca al tramonto…
Ecco il consueto report del lunedì in colpevole ritardo. Una giornata estenuante di lavoro mi ha tenuto lontano dalla tastiera causando, ne sono certo, sommo dispiacere, crisi di panico, pianti e lamentele, tra le centinaia di migliaia di lettori quotidiani di Anonima Cucchiaino. Mi scuso e vi leggo nel pensiero: siete stupiti del fatto che un membro di serie A come me debba ancora lavorare? Non vi capacitate del perché noi mi vengano dati moltissimi soldi per andare a pescare tutti i giorni? Vi capisco, anche io me lo chiedo tutte le mattine dal lunedì al venerdì… il sabato non me lo chiedo perché mentre pesco mi sembra che tutto abbia senso. Cosa mi sono chiesto sabato? Le solite cose che uno spinner performante come me si chiede in pesca: in che tratto del fiume mi dirigo? Quale esca ed in quale colore è la più indicata? Avrò bevuto abbastanza whiskey tra il cappuccino e la brioche? Come approccio al meglio questa lama? Cosa me magno a pranzo? Pioverà o non pioverà?
Ha piovuto.
Tanto, ma tanto. Ed io l’ho presa tutta, ma proprio tutta. Questa è la parte più rilevante del racconto. Per il resto in una giornata di pesca di 16 ore e 25 minuti (primo lancio alle 05.15 ultimo alle 21.40) non sono certo mancate le trote, circa 20, ma è mancata la Big, il fish of a lifetime o, almeno, la cattura di taglia… La prima trota che poi ahimé sarà una delle più grosse di giornata, l’ho allamata al primo lancio, una ibrido sui 30, che si è avventata su un classicissimo mepps 4 argento punti rossi. Tutti sanno che prendere un pesce al primo lancio porta male…
Poi l’attività è andata a singhiozzi per tutta la giornata; come da manuale i momenti migliori sono stati prima di ogni scroscio d’acqua, quindi mai più dopo le 18.00 …gli dei avevano deciso di negare un tramonto asciutto ai pescatori.
Una giornata di pesca, anche la peggiore, non solo è sempre meglio di una bella giornata di lavoro, (Ernest docet), ma ha sempre dei momenti memorabili e sembra andare ad incastrarsi in un quadro più ampio: il nostro percorso di crescita di pescatori. Quale che sia il nostro livello e la nostra tecnica, in ogni uscita se siamo persone sveglie impareremo qualcosa! Sabato ho imparato moltissimo.
All’alba, in basso Sesia, ho parlato molto con il fiume e ho sperimentato esche molto diverse tra loro per pescare tutta l’acqua e soprattutto per lavorare correnti veloci e schiume bianche che finalmente cominciano ad essere redditizie. Poi dalle 9.00 ho raggiunto Matteo in alto Sesia ed abbiamo pescato insieme, qualche trota a testa, una fario sui 30 straordinariamente combattiva. A pranzo, alla trattoria di Valmaggia, oltre a leggermi “Tuttosport”, mi sono ritrovato immerso in grandi chiacchiere con dei simpatici PAM e con il gestore della Gavala.Scorcio di un hotel 5 stelle per Marmo!
Dopo pranzo caffè con il Savio al pregiato Caffè Roma di Varallo, dove il mio outfit waders sbragati, maglietta pezzata, cappellino consunto e ammennicoli penzolanti hanno subito fatto capire che io arrivo dalla città della moda! Ovviamente con il Savio grandi disquisizioni alieutiche sulla marmorata, coronate da appostamento sul ponte di Crevola. Detto ponte sovrasta una meravigliosa pozza dov’è consentita la sola pesca alla Valsesiana, affacciandosi e guardando con attenzione si possono vedere e studiare barbi, cavedani, fario, iridee e soprattutto, se si è fortunati, le regine, le marmorate. Esperienza da fare, con calma, spirito riflessivo e devozione.
Con il maestro Savio abbiamo affrontato un tratto di fiume strepitoso, inutile dire che si sono raggiunti livelli inimmaginabili di stile e tecnica di pesca! Lo spinning torrente nella massima espressione. In sintesi abbiamo preso tra zero e poco.Ore 17.00 si cambia spot, esce di scena il maestro ed entra in gioco il mio elegantissimo fratello pescatore che, presentandosi sul fiume alle 17.00 è parecchio carico. Il cielo è sempre più nero ed i tuoni sembre più roboanti e vicini.
Lo spot in cui decido di andare ha una peculiarità: la macchina la si lascia lontana e una volta iniziato a pescare non si torna più indietro per due o tre ore! Francesco stima che non pioverà poi tanto e arma la canna da mosca, io insisto a spinning.
Machu Picchu o Varallo Sesia?
Giusto il tempo di incamminarsi nel bosco in maglietta e accendersi un sigaro e siamo sotto una doccia fredda! Il sigaro è da buttare e noi saremo bagnati fradici fino al prossimo spot… alle 20.30! Un po’ di mini-trote a spinning e niente su un’improbabile mosca secca-bagnata.
Alle 20.30 tentiamo il tutto per tutto, giacca impermeabile indossata “a pelo” e via una big pool per big fish… A caricarci ulteriormente ci raggiunge la notizia che alle 17.00 circa hanno preso una very-big marmo in alto Sesia.
La luce fioca ed eterea rende tutto in scala di grigi, sembra un vecchio film in bianco e nero. Prendiamo una fario lunga come gli artificiali che stiamo usando, ma in compenso piove tanto o tantissimo! Andiamo a casa? Ore 21.00.
No, andiamo all’ultima pool, quella del tramonto dei veri pescatori, quella della leggenda che ricorderanno per generazioni… “la sai la storia di quei due fratelli venuti dalla città che pescarono la trota gigante? Era una serata buia e tempestosa e i due eroi lanciavano imperterriti sotto lampi e saette… “
Ecco, poteva andare così, invece è andata che ci siamo scaldati con qualche sorso del Famoso Tacchino (Famous Groose Whiskey) abbiamo cercato di lanciare esche sensate in modo sensato, aguzzando la vista, e non abbiamo preso un cazzo.
E’ stata una bellissima giornata di pesca ed un tramonto comunque indimenticabile!
ROCK ‘N’ ROD