Incontro delle persone che conosco in un grande campus universitario. Facciamo un tratto di strada insieme parlando. A un tratto le due persone che sono con me salutano A. che è apparsa affacciata a una finestra di un edificio. Io ostento di non averla vista e vado avanti, poi mi giro e incrocio il suo sguardo senza parlare. Lei mi sorride sarcastica. Io continuo a camminare per conto mio. All’improvviso viene a piovere violentemente, c’è un fuggi fuggi generale verso gli edifici dell’università. Sono quasi in fila in mezzo a gente con gli ombrelli, mi sto bagnando tutto, ma mi sento stranamente felice. Qualcuno mi offre di mettermi sotto il suo ombrello, ma rifiuto, tanto ormai sono tutto bagnato, in più non so perché la pioggia mi fa sentire felice. (…) Sono in una cucina con altre persone, sicuramente c’è mia sorella. Mentre parliamo apro il rubinetto del lavandino della cucina. Il gatto salta nel lavandino e si mette a bere. Ci mettiamo a ridere, ma subito dopo comincia a cadere un rivolo d’acqua dal soffitto, la cucina si bagna tutta. Chiudo il rubinetto e l’acqua smette di cadere. Bisogna chiamare un idraulico, ma almeno sappiamo che per far cessare la caduta dell’acqua basta chiudere il lavandino. (Mi sveglio).