Lui s’aggirava per casa con le mani sprofondate in saccoccia bestemmiando quell’acqua che adesso, con tutto già andato in malora, serviva soltanto perché si patissero i reumi.
-E piove. Diosanto, non la vuole proprio smettere più!-
-Non bestemmiare.-
-Non bestemmio, mamma. Mica è bestemmiare, dire diosanto.-
-Non si deve mai nemmeno nominarlo per niente.-
-Mica è per niente. È per questa pioggia merdosa.-
-Sei nervoso, oggi. Che ti fa la pioggia? Lascia che venga. Smetterà pure, un bel momento.-
-È che va sempre tutto per traverso. In questa terra bastarda niente va mai come dovrebbe.-
-È la terra nostra, la terra tua, e va presa così com’è. È come fosse una sposa, che a volte si ha da masticare amaro ma si deve tenere e portare pazienza e amarla lo stesso.-
-Pazienza, sì. Solo di questo siam ricchi, noialtri. Un anno va tutto in malora per via della siccità, ma pazienza! Adesso è tutto marcito, e pazienza! Mai che uno possa fare progetti senza che gli arrivi, presto o tardi, una legnata sul collo. Però pazienza! Cristo, io adesso sono stufo e ancora grazie che finora mi sono contentato di staccare qualche bestemmia, perché il giorno che mi decido…-
-E cosa vorresti fare? Non vedi che siamo tutti come frantumi di gusci e a tutti ci tocca finire dentro la stufa? E che credi? Tuo padre, lo sai anche tu, ha ringhiato al destino come una bestia selvatica e non s’è lasciato fiaccare la schiena. Questa terra era la sua terra e il suo cuore è sempre stato radicato qui anche quando sputava nei solchi e prendeva a calci le zolle. Non le ha mai voltato le spalle.-