L'Africa è considerata da molti una terra selvaggia che brulica di pericoli: animali selvatici, guerre interminabili, povertà e fame che piagano il continente da troppo tempo.Uno dei pericoli che sembra preoccupare maggiormente, tuttavia, sembra essere la diffusione di malattie da parte dei pipistrelli, piccoli mammiferi volanti odiati dalla maggior parte degli degli occidentali ma considerati una vera e propria risorsa alimentare in alcune regioni africane.
Sebbene i pipistrelli siano decisamente differenti dall'immagine di "diavoli volanti" a cui ci hanno abituati, sono effettivamente un vettore per diverse infezioni, spesso anche molto gravi.Ad esempio, si pensa che il salto di specie del virus Ebola si sia verificato proprio a seguito di un contatto tra essere umano e pipistrelli. Per non parlare di un'epidemia di SARS che nella sola Africa ha ucciso oltre 900 persone tra il 2002 e il 2003, anch'essa scatenata dal contatto con pipistrelli.
La paura è che la prossima epidemia possa essere dietro l'angolo. E se Ebola e SARS sembrano essere cose del passato (ma non lo sono), l'epidemia che si cerca di scongiurare potrebbe avere lo stesso grado di severità delle precedenti.
Andrew Cunningham, epidemiologo dell'Istituto di Zoologia di Londra, ha scoperto la presenza di henipavirus in alcuni pipistrelli africani (Eidolon helvum) nel 2008 in Ghana. Si credeva che questo genere di virus fosse ristretto al continente asiatico, ma trovare le due specie note di henipavirus nell'Africa occidentale ha causato un certo grado di allarme.
I pipistrelli Eidolon helvum sono i "megapipistrelli" più diffusi del continente africano, dalla Penisola Araba al Madagascar. Somigliano per alcuni aspetti alle "volpi volanti" asiatiche, anche se più piccoli, e viaggiano in colonie numerosissime che contano da 100.000 ad un milione di individui.
Questi pipistrelli si nutrono di frutta e nettare, e non sembrano essere particolarmente schizzinosi sulla varietà di cibo che possono ingerire. Proprio per questo motivo sono elementi chiave nella diffusione di semi in Africa, e contemporaneamente una specie infestante per le piantagioni del continente, con l'aggravante di lasciare escrementi potenzialmente infetti su piante e terreno dopo il loro passaggio.
I pipistrelli possono infatti essere veicoli per virus letali. Nel 2005, tra specie di pipistrelli sono stati identificate come portatrici del virus Ebola, e sono probabilmente speice-riserva per l'Ebolavirus. Sono oltre 66 i virus che le specie di pipistrelli della Terra possono trasmettere, alcune delle quali potenzialmente fatali per i mammiferi, uomo incluso.
Henipavirus è un genere di virus che contiene due specie, Hendra e Nipah, generalmente rilevati nell'organismo di alcuni pipistrelli asiatici, specialmente nelle famigerate "volpi volanti".
La specie Hendra è stata scoperta nel 1994, quando causò la morte di 13 cavalli e del loro istruttore in un maneggio di Hendra, Australia. Nello stesso anno ci fu un altro episodio di contagio, e fino ad ora si contano almeno 31 eventi della stessa natura, tutti legati alla presenza di cavalli e al territorio Australiano.
La specie Nipah, invece, è stata identificata nel 1999 durante un'epidemia di maiali in una fattoria malese. Il virus contagiò 257 persone, causando 105 morti e l'abbattimento di oltre un milione di maiali. Anche in questo caso, i responsabili sembrano essere stati i pipistrelli, che avrebbero diffuso i virus a causa della condivisione del loro habitat con le attività umane legate all'agricoltura e all'allevamento.
In Africa ci sono tutte le condizioni affinchè si verifichi qualcosa di simile alle epidemie asiatiche e australiane: urina e feci di pipistrelli infetti potrebbero contaminare animali d'allevamento, per poi saltare all'essere umano e causare un contago su larga scala le cui conseguenze possono solo essere ipotizzate.
Essere umano e pipistrello vivono a stretto contatto nel continente africano, molto più che in altre regioni del mondo. Oltre ad essere un'alternativa alla classica "bushmeat" (visto che scimmie e antilopi non sono più alla portata di tutti), i pipistrelli stanno sempre più occupando aree urbane e zone rurali abitate.
A titolo di esempio si può citare uno dei più grossi ospedali di Accra, Ghana, il cui sottotetto è occupato da una colonia di oltre mezzo milione di pipistrelli. Dottori e pazienti sono quotidianamente esposti agli escrementi degli animali, le condizioni ideali per causare un'epidemia.
Se consideriamo poi che ogni anno vengono venduti oltre 128.000 Eidolon helvum per uso alimentare nel solo Ghana, il Paese si trova seduto su una polveriera pronta ad esplodere: scarse condizioni sanitarie, consumo di carne infetta, esposizione ad escrementi di animali malati, e assenza di un vaccino in grado di bloccare i virus sul nascere.
Quale sia la situazione attuale è difficile da stabilire. E' probabile che i casi di infezioni da henipavirus siano stati diagnosticati in passato come malaria cerebrale, e che molte delle persone infette non sappiano nemmeno di aver contratto un virus del tutto sconosciuto in Africa fino a qualche anno fa.
Il dato certo è che il 5% dei 97 maiali studiati da Cunningham riportavano anticorpi legati alla possibile presenza di henipavirus. "Spendiamo milioni per dare la caccia a nuovi virus, ma molto poco per capire cosa possa provocare il salto di specie" spiega Andrew Dobson, ecologo della Princeton University. "Per controllare la crescente frequenza di salti di specie da animali ad esseri umani, i ricercatori hanno bisogno di una comprensione più profonda di cosa inneschi questi fenomeni".
West Africans at risk from bat epidemics