Finalmente Pippo Baudo ha tuonato anche quest’anno! Oramai siamo abituati al lancio di merda in faccia da parte del presentatore una volta l’anno, in un’intervista random, e di solito arriva sempre con la calura estiva. A sto giro abbiamo dovuto aspettare qualche mese in più ma ne è valsa la pena.
Se lo scorso anno il Pippone nazionale se la prendeva con star e starlette capitanate dalla matrona dallo share facile, Maria De Filippi, quest’anno è andato dritto con le corna su due altri pezzi grossi del panorama televisivo italiano, Antonio Ricci e il fu Corrado. Senza ovviamente lesinare le consuete stoccate a Costanzo e Vespa. Insomma, come al solito quando apre bocca ce n’è per tutti quanti e crea sempre un gran scompiglio.
Questa volta però l’esclusiva è passata da Diva e Donna a Il Fatto Quotidiano, di conseguenza anche il tono dell’intervista è più serio e ci si addentra anche nei meandri della P2 e della mafia. Perchè si sa, l’uomo che ha inventato la televisione a quasi ottant’anni, di cui cinquantaquattro nel tubo catodico, di cose ne ha viste, vissute e sentite. E, adesso che non ha più nulla da perdere, può tranquillamente aprire il vaso di pandora senza troppi rimorsi o ripercussioni sulla sua carriera. Tanto ormai la televisione, volente o nolente, la vede col binocolo.
Finiti i tempi del faccio tutto io. Adesso Pippe Baudo si deve accontentare del teatro. Nel mentre sputtana un pò di gente. Nella lunga intervista rilasciata, tra un pippone sugli esordi con Settevoci, un revival dei vari Sanremo presentati e il presentimento di non avere eredi, il presentatore rievoca una delle pagine più truci della sua storia televisiva. Il tradimento a Mamma Rai per approdare nell’inferno commerciale Berlusconiano, Mediaset!
Il presentatore nazional-popolare (quanto ama autodefinirsi così!) ammette dopo secoli l’erroraccio fatto ad aver accettato il trasferimento e, dei cinque anni passati lì dentro, il ricordo è uno ed uno solo, un calvario. "Berlusconi mi corteggiò assiduamente e nel corteggiamento, Berlusconi non aveva rivali: “Con La Rai è finita, vieni da noi”. L’offerta, 50 miliardi di lire in 5 anni per fare il direttore artistico, era ai limiti della moralità. Accettai e andai all’inferno. Mi ritrovai assediato, cozzai con capi e capetti, affrontai guerre pazzesche. Tranne Sandra Mondaini, Raimondo Vianello e, dopo un equivoco iniziale, Mike Bongiorno, ebbi contro praticamente tutti. Persino Corrado, col quale pure avevo antichi rapporti, mi mostrò freddezza. Di lui mi riferivano battute acide. “Vorrebbe insegnare la tv a noi che siamo i suoi maestri”. Erano i miei maestri, era vero, ma non avevo mai covato quell’intenzione. Il fuoco di fila più spietato comunque me lo riservarono Costanzo che si riteneva il padrone del vapore e Ricci."
Tralasciando la brutta fine televisiva che ha fatto l’uomo con la camicia col baffo, Baudo si scaglia e prende di mira il regista di Striscia la Notizia e di certo non manda a dirgliele, anzi, lo massacra per benino. "Antonio, ex comico fallito poi furbamente convertito all’autorialità, mi doveva moltissimo. La sua tv oggi è una ripetizione di temi consunti e non significa più nulla, ma all’epoca, benché le opinioni sulla paternità di Drive In non siano univoche e qualcuno adombrò addirittura il plagio di un vecchio programma di Giancarlo Nicotra, l’esperimento fu deflagrante. L’accento sulle nudità femminili di Antonio, poi, era inevitabile. Berlusconi ordinava “nudo, nudo, nudo” e Antonio eseguiva."
Baudone trova il tempo anche di parlare di politica, rievocando il periodo della P2 che lo contattò per farlo membro ("li mandai a fare in culo") e parlando delle varie offerte avute e tutte rifiutate (l'ultima di Prodi), fino ad arrivare a Beppe Grillo che per una sua battuta sui socialisti ai tempi di Fantastico furono cacciati dalla Rai. Per chiosare e non farci mancare proprio nulla, il presentatore parla anche della lite con Bruno Vespa che gli è costata la mai digerita esclusione dai recenti festeggiamenti dei sessant’anni della Rai, rievocando il litigio con uno dei suoi autori perchè gli aveva dato del mafioso.
"Mi puoi dire di tutto, anche che sono stato tradito dalle donne perché è una cosa che capita e che accetto. Mafioso, no. A me la Mafia ha fatto saltare la casa di Santa Tecla, io la Mafia l’ho affrontata duramente, fin dai tempi dell’omicidio di Rocco Chinnici. Sospesi il Festival di Taormina e la risposta dell’onorata società fu minarmi la casa. Andai in tv e chiarii che l’avrei ricostruita da capo. E a Donato Cattin, di cui conoscevo il padre stimandolo molto, mostrai il mio disprezzo sputando per terra. Non in faccia come disse lui, perché il gesto non mi appartiene."
E poi si lamenta che in televisione non lo chiamano più. E capirai, gli unici tre che non gli remavano contro sono belli che sepolti da un bel pò. Ammazza! Non vedo l'ora di leggere l'intervista dell'anno prossimo e scoprire con chi se la prenderà. Altro giro, altro sputtanamento...