E così da oggi la Piramide Cestia tornerà alla mercè di smog e scappamenti e inizierà il suo processo di deperimento che l'aveva portata, vicina com'è al traffico veicolare, a mutare il suo colore dal bianco candido di Carrara al nero pece.
Ieri il sindaco, come Alice nel Paese delle Meraviglie, invece di andare a Porta San Paolo ad inaugurare con-test-tual-men-te la Piramide restaurata e la sistemazione del traffico circostante, ha inaugurato solo la prima - grazie ai soldi privati - la seconda cosa, che doveva essere realizzata non tanto dai soldi quanto dall'impegno di qualche dirigente, nulla. Zero. Ics.
"Si può ipotizzare una pedonalizzazione dell'area" ha detto vago quando gli archeologi gli hanno fatto notare che la Piramide, pur nuova di pacca, è cinta d'assedio dalle lamiere. Pare che ci sia, nell'improvvisazione e nella sciatteria più totale, una tesi di laurea di un ragazzo che prevede di usare rotonde per allontanare il traffico e pedonalizzare finalmente Via Persichetti. "Lo stiamo prendendo in considerazione", dice il sindaco. Come se i restauri fossero iniziati ieri, peccato che ieri sono finiti e doveva essere tutto pronto.
Mettendo la parte la disperazione e tornando ad essere costruttivi è del tutto evidente, osservando le foto del monumento dall'alto, come sia effettivamente possibile eliminare i flussi veicolari (e la sosta) dall'area di strada che oggi lambisce la Piramide semplicemente utilizzando l'area a destra di Porta San Paolo (un largo spiazzo oggi vuoto) come grande rotonda per smistare i flussi provenienti da Via Marmorata, da Viale della Piramide Cestia, da Viale Giotto e da Via Ostiense. Anche l'area subito a sinistra della Piramide - oggi regno di una sosta incasinata e pezzente con furgoni e roulotte abusivamente abitate - potrebbe essere pedonalizzata e in quell'area un'altra rotonda (tra l'altro riducono enormemente l'incidentalità!) potrebbe distribuire il traffico tra Ostiense e Via del Foro Boario. Un altro andamento a rotatoria potrebbe nascere anche, come si vede bene dalla foto innevata, sotto l'Acea. Insomma una sistema che, non interrompendo o mettendo in crisi nessun flusso potrebbe permettere di unire Piramide e Porta San Paolo per un polo archeologico, paesaggistico e architettonico d'eccellenza.
L'amministrazione ha avuto due anni di tempo per pensarci e non lo ha fatto.