2012, John Gulager.
Il cinema di John Gulager è puro cinema d'avanzi, proprio come recita il secondo capitolo della trilogia di "Feast", appunto "Sloppy Seconds". Ricicla, impasta, rifrigge gli ingredienti dei suoi film precedenti e, in questo caso del remake a cura di Alexandre Aja, e come nel menù di mezzogiorno di qualsivoglia ostaria/trattoria che si rispetti propone una "pasta pasticciata" che potrà risultare indigesta per alcuni e saporita per altri.
Come e più del film precedente, tette, culi e fighe dominano la scena. Ma non si scopa. Mai. E quando si chiava deve per forza succedere qualche cosa di brutto. La chiave di volta (perdonate l'espressione) per comprendere (?) l'operazione è appunto la scena centrale del film, non molti lo degneranno di cotanta definizione, in cui la bella Shelby (Katrina Bowden, corpo glorioso degli ultimi anni) è sdraiata sul letto, ovviamente in lingerie bianca. E' triste e spaventata perchè sa che i terribili piranhas che l'anno prima avevano combinato quel gran casino al Lake Victoria, sono ancora vivi e sembrano intenzionati a marcare con il sangue l'apertura di un nuovo parco acquatico "a tema", nel senso che il vecchio David Koechner ha adibito una sezione del parco a vero e proprio bordello con tanto di strippers ucraine e telecamere "inguinali" strategicamente piazzate sulle scalette della piscina. Bene. Bisogna pure dire che la bella Shelby ha già avuto un "incontro ravvicinato" con i pesciolini, mentre si faceva un bagno di mezzanotte con il proprio ganzo. Sta male, Shelby, vomita, è paranoica perchè non vuole morire e, soprattutto, non vuole morire vergine. Quindi, tra le lacrime, prega il suo fidanzato di deflorarla. Con tanto di inquadratura sulla passera di Shelby, nascosta dalla biancheria intima immacolata. Tutto vero. Quando i due cominciano a darci dentro alla grande, ecco che qualcosa comincia a muoversi sottopelle, nella pancia di Shelby. A questo punto il movimento pelvico di Josh (Jean-Luc Bilodeau) si interrompe repentinamente. S'interrompe perchè qualche cosa gli ha appena addentato il cazzo e quando si stacca si ritrova un piranha abbarbicato all'uccello.
Questo è il tenore dell'opera. Che sembra più uno straight-to video che un film da mandare in sala. Soprattutto con l'arrivo di David Hasselhoff nel ruolo di David Hasselhoff, chiamato come guest-star celebrante l'apertura del parco, che ruba tutto quanto il secondo tempo, non lasciando spazio a nessuno degli anonimi del trecento che si agitano sullo schermo, Ving Rhames senza gambe e con le protesi/cannoni a parte. E a parte pure la Bowden deflorata dal pirahna e Danielle Panabaker, che ha 24 anni ma ne dimostra quindici. Dei piranhas gommosissimi e farlocchi e del 3D da terzo mondo non può più fregare niente a nessuno. Gulager gioca pure contro se stesso. Un suicidio commerciale (il film ha guadagnato la bellezza di 632.276 dollari worldwide) che profuma di Troma, talmente "indecente" da essere quasi sublime per come cannibalizza il remake di Aja, che a sua volta cannibalizzava il film di Joe Dante.
Chi ne abbia voglia, si sieda a tavola e faccia l'ordinazione. Ci sono pure Gary Busey e Clu Gulager (il padre del regista) che fanno saltare in aria una vacca morta e flatulenta. Consigliatissimo. Il film dura solamente un'ora e dieci, più dieci minuti di bloopers, cazzate varie e David Hasselhoff con tridente starring in "Fish Hunter". Mè cojoni.
Belushi