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La trama (con parole mie): Capitan Pirata, spinto dall'ammirazione della sua ciurma e dal desiderio di rivalsa dopo tanti anni da outsider, decide di candidarsi per l'ennesima volta al premio come "Pirata dell'anno", prestigioso riconoscimento che prevede il conteggio del bottino ottenuto nelle razzie in tutti e sette i mari.Peccato che trovare dell'oro non sia affatto semplice, e lo sconforto sia dietro l'angolo: quando, però, il Capitano ed i suoi uomini si imbattono in Charles Darwin che rivela loro che quello che credono un pappagallo in carne è in realtà l'unico esemplare di dodo ancora in vita, le possibilità di arrivare al successo aumentano esponenzialmente.Tutto questo, ovviamente, sempre che la terribile Regina Vittoria non ci metta il suo zampino, mossa dall'odio atavico per i pirati che la caratterizza.
Ricordo quando, poco prima dell'uscita e in occasione della rubrica settimanale che condivido con quello scellerato e per nulla piratesco mio antagonista Cannibale, bollai un pò troppo in fretta questa pellicola come trascurabile manco fosse l'ultimo dei Dreamworks di turno: niente di più sbagliato.
Corretto quasi subito dal vecchio lupo di mare - più o meno - Tom, finii per tornare sui miei passi quando scoprii che Pirati! Briganti da strapazzo doveva essere imputato ai ragazzacci responsabili di gioiellini come Galline in fuga e Wallace&Gromit, che in casa Ford godono di grandissima stima.In effetti, il tocco ricco dell'ironia che pervade le avventure della coppia più improbabile dell'animazione in stop motion - sempre Wallace e Gromit, ovviamente - si sente fin dalle prime sequenze, conquistando con una maggiore facilità il pubblico adulto rispetto a quello "da proiezione pomeridiana", cui prontamente gli autori pensano sfoderando una serie di inseguimenti vertiginosi che sono un prodigio di tecnica e comicità slapstick - come l'incredibile sequenza ambientata nella villa di Darwin, uno dei pezzi forti dell'intera pellicola -: il mondo dei pirati, da sempre irresistibile per gli appassionati di Cinema d'avventura, è portato sullo schermo con un piglio che ricorda quello dell'indimenticabile serie di videogiochi Monkey Island - che tutti noi residuati degli anni ottanta e novanta ricordiamo bene e con immutato affetto -, senza contare un ritmo decisamente sostenuto che rende la visione piacevole come poche altre nel passato recente dell'animazione.
Pur non arrivando ai livelli del già citato Galline in fuga o di La maledizione del coniglio mannaro, comunque, questo lavoro risulta decisamente più riuscito di un altro prodotto di questo team di artisti - il da me non troppo amato Giù per il tubo -, e non lesina momenti assolutamente da ricordare: dall'inseguimento in casa Darwin cui accennavo poco fa all'utilizzo perfetto di London calling ad introdurre l'arrivo a Londra della ciurma di Capitan Pirata, senza contare le parentesi riuscitissime degli spostamenti sulla mappa - che mi hanno ricordato Indiana Jones - e l'impareggiabile aiutante dello stesso Darwin, uno scimpanzè dalle mille risorse che nel suo "mutismo" risulta espressivo quanto i grandissimi interpreti dell'altrettanto grande The Artist.
In un panorama che comincia ad essere intasato da inutili sequel, spin-off e prodotti non all'altezza come quello dell'animazione, un film come questo è una boccata d'aria fresca in grado di far respirare il pubblico di ogni età, intrattenere e lasciare che qualche sana risata intelligente possa con piglio da pirati far definire questo genere come "per tutti": e per una volta, non ci si può affatto lamentare anche del doppiaggio, con un ottimo Christian De Sica a prestare la voce a Capitan Pirata - ma ha mai pensato, il buon rampollo di Vittorio, di dedicarsi al doppiaggio invece che ai Cinepanettoni!? - e una tutto sommato sopportabile Luciana Littizzetto nel ruolo dell'arcigna Regina Vittoria, nemesi divertente e grottesca per questa banda di squinternati avventurieri di mare.
E proprio gli uomini del Capitano regalano anche spunti decisamente interessanti sia in termini di divertimento - il dodo Polly è magnifico, così come la serata del prosciutto - che di riflessione - il Pirata sorprendentemente procace è un omaggio azzeccatissimo sempre alla commedia slapstick -, per un piccolo gioiellino in grado di sorprendere con poche pretese e parecchia intelligenza.
Per un mucchio di pirati da strapazzo - e senza rhum - direi che è un risultato da elogiare in tutti e sette i mari.
MrFord
"Rolling the wave rolling the wave around the whale rolling the wave rolling the wave around the whaledella tempesta non s’importatanto sa sempre nuotareè un gigante di forza, è la regina del mare!Uhm che la smetta quel tuono,a che ci serve un tuono?uhm non vogliamo dei tuoni, noi vogliamo del rhumuhm uhmdate un bicchiere di rhum!"Vinicio Capossela - "L'oceano Oilalà" -
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