Antonio di Cola in collegamento con Piazza Pulita
Stanno lottando soli. Oltre due mesi fa hanno occupato la petroliera “Marettimo Mednav” che loro stessi hanno costruito nel Cantiere Navale di Trapani. Una lotta estrema e simbolica nel porto siciliano fatta da uomini coraggiosi, testardi, che a vederli sembrano davvero dei lupi di mare, anzi, dei pirati: ”Non possiamo arrenderci, non possiamo”, dicono questi nuovi naufraghi del lavoro. In un momento critico come questo in cui l’occupazione potrebbe essere sgomberata, per colpa (anche) dei Sindacati, L’isola dei cassintegrati ribadisce la propria solidarietà verso la loro lotta pacifica e non violenta.
La Federazione Lavoratori Metalmeccanici Uniti, facente parte della Confederazione Unitaria di Base di Trapani, alla luce di inesatte e confusionarie notizie diffuse a mezzo stampa, ritiene opportuno chiarire e ribadire che relativamente alla vertenza dei Cantieri Navali di Trapani (CNT), nessuna organizzazione sindacale è legittimata a sottoscrivere accordi a nome e per conto dei lavoratori del cantiere menzionato che non siano ratificati ed approvati in assemblea dagli stessi promotori della vertenza.
La manovra condotta dalla SATIN, per accaparrarsi le aree a discapito della CNT, che nel contempo si è liberata di tutte le maestranze pur mantenendo la concessione delle aree, è indubbiamente poco limpida. Tutto ciò a vantaggio di strane logiche di presunta imprenditoria che ci ricorda pratiche vicine al caporalato. L’arroganza della CNT, supportata da Cgil, Cisl e Uil, si è però scontrata con la determinazione dei lavoratori che non accettano di subire sulla propria pelle pratiche industriali che di certo non hanno niente a che vedere con il lavoro e lo sviluppo delle attività navali di riparazione e costruzione.
I lavoratori, a seguito delle forme di lotta che hanno reso palese all’Italia intera chi è legittimamente rappresentativo nella vertenza dei lavoratori in CNT, hanno richiesto, attraverso la loro organizzazione sindacale FLMU-CUB, che il Prefetto convocasse le parti attorno ad un tavolo al fine di affrontare i punti della vertenza per raggiungere una soluzione condivisa. Abbiamo invece assistito all’ennesima espropriazione della rappresentanza, in quanto, pur essendo stata la scrivente a richiedere il tavolo prefettizio e nonostante siano state convocate Cgil, Cisl e Uil, si è riscontrato che le suddette sigle hanno chiesto un tavolo separato giungendo, senza scrupoli, alla stipula di un ennesimo accordo a perdere che prevede un ipotetico scaglionamento di assunzione parziale ex-novo di personale da parte della Satin. Teniamo a ribadire che questo accordo è privo di qualsivoglia mandato da parte dei lavoratori della CNT. Riteniamo pretestuose e strumentali le dichiarazioni rilasciate dai portavoce dei sindacati confederali in cui, in malafede, pur di millantare la maggioranza numerica, si fa riferimento ai lavoratori della Satin come facenti parte della vertenza. La CNT s.p.a. e la Satin s.p.a. sono palesemente società differenti, che pur avendo il medesimo proprietario consistono in due entità giuridiche distinte, di conseguenza è una forzatura assimilare i lavoratori dell’una come parte integrante dell’altra. Prova ne è il fatto che soltanto una delle due aziende ha licenziato.
Per di più in data 30 gennaio i lavoratori hanno ricevuto una lettera di diffida che intima loro di abbandonare l’area del cantiere ed interrompere l’occupazione della petroliera Marettimo M. con la minaccia di fare ricorso all’autorità giudiziaria. La FLMU-CUB interpreta la suddetta comunicazione come un atto intimidatorio teso ad esasperare gli animi e rileva come il ricorso ad azioni di forza sia il sintomo di una mancanza di argomenti da parte dell’azienda che, incapace di rispondere dialetticamente alle istanze portate avanti dai lavoratori, si avvale di metodi estranei alle dinamiche sindacali. E’ doveroso ribadire che l’assemblea permanente in corso sulla petroliera ed il presidio difronte ai cancelli del cantiere sono metodologie di lotta legittime e tradizionalmente riconosciute come strumenti in mano ai lavoratori per rivendicare i loro diritti. La storia recente ci offre numerosissimi esempi in merito.
Inoltre, come dimostrato in questi mesi, le caratteristiche di questa lotta sono assolutamente pacifiche e non-violente e rispediamo al mittente le accuse, che con la chiara intenzione di calunniarci, insinuano il contrario. La FLMU-CUB provinciale di Trapani, organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa nei cantieri navali CNT, nel contestare nel merito e nel metodo l’intesa raggiunta, incentiverà le azioni di lotta e continuerà a chiedere l’intervento degli organi preposti affinché tutti i lati non cristallini (concessione demaniale, mobilità ecc.) possano meglio essere messi a fuoco ed essere rivisti al fine del raggiungimento di intesa che salvaguardi la dignità dei lavoratori e delle loro famiglie, i tassi occupazionali e il settore cantieristico in genere.
di Antonino Di Cola (FLMU-CUB Trapani)
(31 gennaio 2011)