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Pirati somali/ La “Montecristo” di Livorno, sequestrata poche ore fa

Creato il 11 ottobre 2011 da Antonio Conte

La “Montecristo“, nave livornese varata il 10 giugno, ovvero solo quattro mesi fa ed appartenente al gruppo D’Alesio, è stata sequestrata alle ore 6:45 del 10 ottobre a circa 630 miglia ad Est della Somalia (coordinate geografiche 12° 34.67N 061° 48.86E). A bordo sette italiani, sei indiani e dieci ucraini.

Ora sono tre le navi italiane sequestrate e non ancora liberate, in attesta di un riscatto, dai pirati somali.La nave, era impiegata sulle grandi rotte internazionali per la movimentazione di carichi di minerali, carbone e grano, ed aveva lanciato l’”SOS” dopo l’attacco da parte di un commando formato da cinque persone armate.

Partita dal porto di Liverpool lo scorso 20 settembre per raggiungere il Vietnam, in questo mandato trasportava un carico di ferro, e si dice, che era da tempo stata individuata dai pirati. E’ stato lo stesso D’Alesio a spiegare, come si legge in alcune note apparse su testate di settore, che al momento dell’attacco era stata da poco scortata da una nave militare giapponese. Appena il cargo è entrato nell’Oceano Indiano e la scorta si è allontanata i pirati sono entrati in azione.

Al comando dell’unità livornese era, pochi ore fa, Diego Scussat, di Venezia coadiuvato da altri due italiani, l’ufficiale di coperta Stefano Mariotti e l’allievo ufficiale Luca Giglioli, figlio di un dipendente della D’Alesio Group, entrambi di Livorno. Gli altri connazionali a bordo sarebbero marittimi originari di Sardegna, Campania e Trentino Alto Adige. Quattro dei sette italiani a bordo della ‘Montecristo‘ hanno  l’incar

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ico di organizzare e gestire la sicurezza della nave, ma sarebbero tutti disarmati.

Intanto la Task Force marittima 508 della Nato, guidata dal contrammiraglio Gualtiero Mattesi, imbarcato a bordo del cacciatorperdiniere Andrea Doria, impegnato nell’operazione Nato Ocean Shield, ha disposto l’invio di un’unità navale per accertare quanto accaduto. Anche dalla Farnesina arriva la conferma dell’attivazione di “tutti i necessari contatti con l’armatore e con tutti gli attori istituzionali coinvolti”.

«In questo momento l’obiettivo è portare in salvo i membri dell’equipaggio. Il resto sono numeri e carteE’ la prima volta – riporta la nota specialistica che attribuisce queste parole di Nello D’Alesioche accade una cosa del genere ad una nostra nave. Sapendo che quelle rotte sono pericolose il personale ha seguito anche alcuni corsi, anche se la speranza è sempre che non servano».

In ogni caso anderbbe meglio considerata l’escalation dei sequestri in Somalia. Secondo il londinese International Maritime Bureau, ma anche dai siti specialistici che pubblicano bollettini marittimi come WWW.ICC-CCS.ORG, da meglio un’idea del fenomeno. Infatti si può notare che negli ultimi tre anni gli attacchi dei pirati sono aumentati in modo preoccupante al largo delle coste somala e kenyana: solo negli ultimi sei mesi se ne sono registrati ben 266, contro i 196 fatti registrare nello stesso periodo dello scorso anno, numeri che costringono le navi mercantili a seguire rotte alternative come quelle degli oceani Pacifico e Atlantico in Africa meridionale. A causa dei ripetuti attacchi da parte dei pirati somali di Al Shabab ai danni di navi mercantili e pescherecci di tutto il mondo il traffico marittimo nei mari dell’Africa orientale è in netto calo.

Antonio Conte

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