Pisa Book Festival, Giorno Due: "La Fattoria delle Magre Consolazioni" di Stella Gibbons

Creato il 22 ottobre 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario

Pisa Book Festival. Giorno Due. Venite a scoprire la "Fattoria delle Magre Consolazioni" e seguite Flora Poste nella sua guerra alla "Mala Sorte".
Cari lettori,
per questo secondo giorno al Pisa Book Festival, ho pensato di proporvi la recensione di un libro speciale che, inspiegabilmente, non gode in Italia della fama che meriterebbe. Scritto da Stella Gibbons e pubblicato per la prima volta in Inghilterra nel 1932, è rimasto fino ai giorni nostri sugli scaffali delle librerie, destando anche l’interesse del regista John Schlesinger che, nel 1995 ne adattò il soggetto per un film, con una giovane Kate Beckingsale (Underworld) a fare da protagonista.
Nonostante la pellicola sia approdata nei cinema italiani, fino al 2010, questo romanzo dallo stile pungente e ironico non aveva trovato case editrici interessate alla sua pubblicazione nel bel paese. Fortunatamente ci ha pensato Astoria, una piccola realtà indipendente, nata dal "sodalizio di alcune amiche", già esperte nel settore librario e interessate a proporre al proprio pubblico un parterre di autori che in inglese vengono definiti "NEGLECTED": dimenticati. Autori che hanno avuto un grande successo in patria e poi sono stati messi da parte, o che non hanno mai varcato il confine del nostro paese. Nel sito della casa editrice si dice che questo destino sia toccato in sorte in percentuale maggiore alle donne e, nello specifico, a quelle autrici dal tratto ironico e pungente, che avevano proposto storie fuori dal coro, spesso di critica alla società, il tutto nascosto da uno stile simpaticamente irriverente, con quel pizzico di romanticismo che non guasta mai. "La Fattoria delle Magre Consolazioni" titolo di punta della casa, rientra perfettamente nella categoria, grazie alle battute intelligenti, ai nomi improbabili e allo sguardo acuto dell’autrice.
Titolo: La Fattoria delle Magre Consolazioni
Autore: Stella Gibbons Editore: Astoria
Pagine: 288
Prezzo: 17,00 euro
Trama:  Flora Poste è stata educata in modo eccellente a fare tutto tranne che a guadagnarsi da vivere. Rimasta orfana a vent’anni e dotata di una rendita esigua, va a vivere presso dei lontani parenti alla Fattoria delle Magre Consolazioni nel Sussex. Il suo arrivo alla fattoria coincide con l’inizio di uno dei romanzi più divertenti mai scritti. I parenti sono a dir poco eccentrici e la fattoria è sgangherata e in rovina: i piatti vengono lavati con rametti di biancospino e le mucche hanno nomi come Rozza, Senzascopo, Inetta e Superflua. La vecchia matriarca settantanovenne, zia Ada, che non è più stata giusta nella testa da quando ha "visto qualcosa di orribile nella legnaia" circa settant’anni prima, tiene in scacco l’intera famiglia. Come Alice di Lewis Carroll, Flora non si fa intimidire da chi dice cose senza senso e si rifiuta di essere trascinata in un mondo di matti. Non si può, pensa Flora, rovinare la vita propria e altrui invocando disgrazie infantili, non si può sottostare alla follia per quanto interessante, bisogna ribellarsi… e nel giro di pochi mesi le cose alle Magre Consolazioni cambiano in modo radicale.
RECENSIONE
"In effetti, quando avrò cinquantatrè anni o giù di lì mi piacerebbe scrivere un romanzo all’altezza di Persuasione, con un’ambientazione moderna ovviamente. Quindi, per i prossimi trent’anni raccoglierò materiale per il romanzo. Se qualcuno mi chiederà a cosa sto lavorando, risponderò ‘Raccolgo materiale’. Nessuno avrà nulla da obbiettare. E del resto, lo farò davvero."
Lei è Flora Poste. Da poco rimasta senza genitori, la perdita non l’ha particolarmente segnata visto che li conosceva appena. Avere vent’anni e scoprire di essere povera, con una dote minima, è un evento che, nella vita di una giovane all’epoca di re Giorgio V, può risultare assai traumatico. Ma Flora è un tipo pratico e ha un suo piano: vivere a spese dei parenti. Tra tutti quelli contattati, i Desoladder saranno la sua unica opzione accettabile.
In uno scenario paradossale, la Fattoria delle Magre Consolazioni spicca con le sue mura consumate, i campi grigi e le bestie sterili. Nomi evocativi e assurdamente azzeccati rendono la campagna e i suoi abitanti sopra le righe, quasi grotteschi. Rozza, Senza scopo, Inetta e Superflua sono le quattro docili mucche che lesinano il latte. Lamentum è il paese più vicino alla fattoria e la matriarca della famiglia Desoladder è la Zia Ada Funesta. "C’è una maledizione sulle Magre Consolazioni" Ma questo non spaventa Flora, che fa del riordinare le cose la sua missione. In fondo anche Jane Austen "amava vedere che tutto intorno a lei era in ordine, piacevole e comodo".
Proprio all’amata autrice di "Orgoglio e pregiudizio" sono rivolti diversi riferimenti, a partire dalla citazione subito sotto la dedica "Lascia che siano le penne altrui a indugiare sulla colpa e sulla sofferenza" (da Mansfield Park) passando per la protagonista, così simile a quella Emma con l’innata passione per organizzare le vite altrui. Ma non c’è solo Jane Austen, anche un’altra autrice, che per molti anni è stata considerata scrittrice di letteratura al femminile, compare tra le righe del romanzo. (In riferimento all’arrivo di Mr Cymice, uno scrittore)
<<E che genere di libri scrive?>> chiese.
<<Proprio ora ne sta facendo uno su un altro giovanotto che scriveva libri, e poi le sue sorelle hanno fatto finta di essere state loro a scriverli, e poi sono morti tutti di consunzione, povere creature.>>
<<Ah? Una biografia di Branwell Bronte,>> pensò Flora.
<<Avrei dovuto immaginarlo. Di recente c’è un malcontento all’idea che una donna abbia scritto Cime Tempestose. Sapevo che prima o poi uno di loro avrebbe prodotto qualcosa del genere…>>   
Grazie ad uno stile scorrevole e un tono irriverente, Stella Gibbons ricrea un mondo che ondeggia sul sottile filo tra reale e fantastico. I nomi, le battute e la chiara visione delle pecche di una società stereotipata la rendono un piacevole miscuglio tra la Jane Austen più vera, delle lettere sagaci alla sorella Cassandra e l’Oscar Wilde di "L’importanza di chiamarsi Ernesto". Un mix perfetto che attira il lettore nella tela per rilascialo solo alla pagina 287. Geniale la prefazione in cui l’autrice si rivolge ad un immaginario scrittore "pomposo vanesio" e gli rivela la sua intenzione di scrivere un romanzo evidenziando "quelli che considero i passaggi migliori con uno, due o tre asterischi" tanto per aiutare lettori e perché no i recensori. 
Flora, come in realtà il resto dei personaggi, è perfettamente caratterizzata: la risolutezza nel risollevare le sorti dei Desoladder, l’approcciarsi in maniera diversa, pur rimanendo fedele a se stessa, ad ogni abitante della fattoria per trovare un punto di contatto, la sua schietta visione del mondo, la rendono una protagonista forte e straordinaria mascherata da frivola e snob appassionata di moda. Ci sono libri che si abbandonano perchè ci fanno addormentare, libri belli che lasciano una buona impressione e poi ci sono le "perle". Libri rari, che ti stupiscono per la loro originale genialità, che sai che riprenderai in mano perché, prima o poi, vorrai immergerti nuovamente nelle sue atmosfere. La fattoria delle magre consolazioni fa sicuramente parte di quest'ultima categoria. Assolutamente consigliato.
L’AUTORE:
Stella Gibbons (1902-1989) si diplomò in giornalismo alla London University nel 1923 e lavorò per la “British United Press”, l’“Evening Standard” e “The Lady”. La Fattoria delle Magre Consolazioni, il suo primo romanzo, fu pubblicato nel 1932 e divenne un immediato bestseller (tranne che nello Stato Libero d’Irlanda, da cui fu bandito per l’esplicita approvazione delle pratiche contraccettive). Da allora è sempre stato in commercio, evento piuttosto raro nel mondo editoriale. Nel ’34 vinse il Prix Femina Vie Heureuse. Più volte adattato per la televisione e la radio dalla BBC, nel 1995 John Schlesinger diresse il film, la cui sceneggiatura fu scritta da Malcolm Bradbury. Le critiche furono in ugual misura positive e negative per lo stesso motivo: era una donna ed era divertente. Inoltre l’aver distrutto un genere, quello rurale, passionale-gotico molto in voga all’epoca (si pensi a Thomas Hardy e D.H. Lawrence tra gli altri) non le guadagnò una grande simpatia tra i critici. La Fattoria delle Magre Consolazioni non ha perso nulla del proprio charme anche perché la Gibbons, con insolito acume, tra le nascenti mode di quegli anni ne aveva colte e ridicolizzate alcune, che ancora oggi dominano la nostra esistenza: la psicoanalisi, il cinema e le star di Hollywood, un maschilismo mascherato da intellettualismo. 

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :