“Elia è venuto qui per fare l’omnium poi ha chiesto di poter correre anche la gara dello scratch, il primo giorno, per rompere il ghiaccio prima dell’omnium” continua a spiegare Villa. “Poi nell’omnium ha dimostrato di avere una grande condizione e di essere uno dei più forti, si è visto da come ha dominato e vinto la seconda prova dell’omnium, la corsa a punti. Con le sue doti, e quello che ha fatto vedere, ha dimostrato che volendo avrebbe potuto lottare con i più forti anche nella corsa a punti iridata (n.d.r.: vinta dall’australiano Cameron Meyer con il nostro Angelo Ciccone sesto). L’idea però era di dargli una giornata di riposo, dopo il giovedì e il venerdì dell’omnium, per poi puntare a fare bene l’americana, in coppia con Ciccone domenica. Peccato perché con un Viviani così e il Ciccone che abbiamo visto nella corsa a punti sono sicuro che nel madison (n.d.r: l’americana) avrebbero potuto dire la loro e correre da protagonisti.”
“Corsa a punti e madison sono sempre stati uno dei punti di forza dell’Italia” dice Villa, “purtroppo queste specialità sono state eliminate dal programma olimpico e per l’Italia questa non è stata sicuramente una bella notizia. Pensiamo anche al settore femminile dove la Bronzini nella corsa a punti è stata campionessa del mondo nel 2009, bronzo lo scorso anno e quarta qui in Australia a un solo punto dal podio. Questo ci ha portato a doverci riorganizzare completamente. Non è stato facile ma ci stiamo provando. Nell’omnium fino a un anno e mezzo fa Viviani in Coppa faceva fatica ad andare oltre l’ottavo posto. Adesso è tra i migliori al mondo e andrà a Londra con ambizioni importanti; stiamo parlando di Olimpiadi, non di una corsa qualunque, il massimo traguardo per ogni atleta, e questo per un giovane come lui credo sia importante. Non mi stancherò mai di ripetere che Viviani dovrebbe essere un esempio per tutti i giovani corridori, guardiamo ai suoi coetanei australiani e inglesi che saranno a Londra per puntare alle medaglie. Questo non lo dico solo io ma è un concetto che sta alla base della nuova impostazione voluta, giustamente, dalla Federazione, finalizzata alla crescita del settore giovanile attraverso la multidisciplinarietà degli atleti.”
“Per quanto riguarda il quartetto dell’inseguimento il discorso è semplice” conclude Villa. “Un anno e mezzo fa quando abbiamo capito che alle Olimpiadi non avremmo potuto qualificarci e i corridori sui quali potevamo puntare per i Giochi hanno rinunciato, preferendo dedicarsi alla strada, abbiamo dovuto ripartire da zero e lavorare con i giovani guardando al futuro in ottica Rio 2016. Non avrebbe avuto senso portare un quartetto ora qui a Melbourne, in questo momento è meglio utilizzare le risorse e lavorare con i giovani per gli europei under23 in programma in luglio, in Portogallo, e procedere per gradi.”