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PISTA NERA - Antonio Manzini

Creato il 23 febbraio 2015 da Lalettricerampante
PISTA NERA - Antonio ManziniIo non sono una grande amante della montagna, né d’estate né d’inverno. E mi rendo conto che sia un po’ assurdo, considerando che la Val d’Aosta è a due passi da dove abito, che vedo le montagne da tutte le finestre di casa e che, se volessi, potrei andarci quasi ogni giorno. Eppure la montagna mi annoia. Bella la natura, bello il silenzio, buona l’aria che si respira e belle le piste da sci innevate d’inverno (quando non c’è nessuno però, che se c’è tanta gente mi innervosisco). Però lasciatemi in montagna più di due giorni e io inizio a dare di matto.
Per cui non fatico per nulla a capire lo stato d’animo del vicequestore Rocco Schiavone, protagonista di Pista Nera di Antonio Manzini, primo volume di una serie di romanzi polizieschi ambientati proprio in Val d’Aosta. Rocco Schiavone infatti arriva da Roma, a seguito di un trasferimento punitivo di cui non si sa bene il motivo (corruzione? Eccessiva violenza? Ribellione verso i superiori? Qualche azione non del tutto legale?). Non ce la fa proprio ad abituarsi a quel freddo, considerando anche che proprio non ne vuole sapere di togliersi le sue belle Clarks e il suo loden per un abbigliamento più consono. E poi c’è davvero troppa pace, lì tra le montagne. Una pace che viene rotta però dal ritrovamento di un corpo su una scorciatoia tra due piste da sci. Di pezzi di un corpo in realtà, ché il gatto delle nevi ha visto l’ostacolo troppo tardi e non ha proprio potuto evitarlo. Rocco Schiavone si ritroverà ad indagare, insieme ai suoi sottoposti, su questa strana morte, avvenuta in un paesino in cui tutti si conoscono e tutti sanno tutto. Mentre svolge le indagini, però, per allontanare un po’ la noia, oltre a frequentare una donna del luogo, si ritrova invischiato in uno strano affare con un suo vecchio amico romano, che renderà molto labile il confine tra poliziotto e criminale.
Ho letto questo romanzo in meno di un giorno, perché davvero non riuscivo a metterlo giù. E credo che non ci sia pregio più grande per questo genere di libri. Una storia ben costruita, dei personaggi che funzionano (adoro soprattutto l’anatomopatologo!) e uno stile perfettamente adatto alla trama raccontata. Certo, Rocco Schiavone non è esattamente quel bell'investigatore affascinante e intelligente, a cui altri romanzi di questo tipo ci hanno abituato. E’ un po’ uno stronzo, insomma. Eppure, mano a mano che si procede nella lettura, a questo suo carattere irruento, violento, ambiguo e un po’ bastardo ci si affeziona, soprattutto perché Manzini è molto bravo nel lasciare intendere che dietro questo suo atteggiamento c’è davvero qualcosa di brutto, a cui l’uomo cerca di non lasciarsi andare. 
Non so se la mia avversione per la montagna, seppur meno esasperata di quella di Rocco Schiavone, mi abbia fatto provare nei suoi confronti una maggiore empatia e quindi fatto apprezzare maggiormente il libro. Non credo, onestamente. Fatto sta che questo Pista Nera è stata una vera rivelazione e che mi sa che ho appena scoperto un'altra di quelle serie (vedi il Barlume di Malvaldi o i primi romanzi Guido Guerrieri di Carofiglio... guarda caso tutti Sellerio!) che ora ho una voglia matta di leggere.
Titolo: Pista neraAutore: Antonio ManziniPagine: 278Editore: SellerioAnno: 2013Acquista su Amazon:formato brossura:Pista neraformato ebook:Pista nera (La memoria)

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