Londra (Regno Unito) – 16esima città al mondo per popolazione, terza in Europa (dopo Istanbul e Mosca), Londra è una delle metropoli più attente allo sviluppo di un sistema di mobilità sostenibile: troppo alti i costi di una paralisi del traffico urbano per potersi permettere di snobbare gli investimenti, come invece hanno scelto di fare Roma, Napoli e – per lunghi anni prima di un recente, timido risveglio – Milano.
Dopo aver esteso capillarmente la rete “Underground” della metropolitana (che conta 13 linee e 460km di rotaie) e aver espulso, grazie all’introduzione di un ticket d’ingresso, molta parte delle macchine dal centro, la città si prepara ad una terza rivoluzione: come dichiarato dal sindaco Boris Johnson, è pronto un miliardo di sterline per investimenti nella trasformazione di Londra in una delle capitali mondiali delle piste ciclabili.
Il progetto ruota intorno alla creazione di un’ampia corsia riservata ai ciclisti che dovrebbe tagliare la città in due, estendendosi in lunghezza per 25km; a questa “ciclostrada” saranno affiancati microprogetti nei quartieri, con strade riservate alle bici e corsie preferenziali.
Il progetto ha avuto un’attenta gestazione, potrebbe avere tempi di realizzazione molto lunghi (si parla di 10 anni e mezzo) ma promette di rivoluzionare dalle fondamenta la mobilità urbana dei londinesi.
Persino la Westway, autostrada urbana sopraelevata che corre a Ovest di Londra, potrebbe avere una corsia riservata alle biciclette.
Il simbolo estremo di come la motorizzazione ha cambiato il panorama urbano diventerà il simbolo di come la bicicletta può riconquistare le città per il bene di tutti”, ha affermato Boris Johnson. “Il ciclotrasporto del futuro non sarà più considerato una nicchia, bensì una porzione integrale della rete dei trasporti.
Succede a Londra, dove non si ha paura di perdere consenso stravolgendo la città con i cantieri per i lavori se il risultato (peraltro a lungo termine) è un miglioramento della mobilità urbana. Quanto dovremo aspettare per veder realizzato anche in Italia un progetto – non solo ciclabile – analogo?