Nel mio immaginario fanciullesco, Mykonos era sinonimo di pellicano. Cartoline dell’epoca, molto prima che l’isola diventasse meta mondiale di turismo estivo, ritraevano un pellicano sulle stradine di Mykonos, tra gli sguardi divertiti dei mykoniati e dei pochi turisti che ci andavano.
Il pellicano Petros (questo era il suo nome) era la mascotte dell'isola. Vi approdò in una serata del 1958 sulla barca del pescatore Thodoris insieme ad altri 2 pellicani e non c’era verso che se ne andasse. Né lui né gli altri due.Thodoris li nutriva tutti i giorni con dei pesci; dopo qualche mese uno di loro morì; si disse che era già vecchio. Gli altri due, vivi e vegeti, svolazzavano tutti i pomeriggi sopra i mulini a vento, a ridosso del porto.D’inverno, il pellicano Petros dormiva in una casetta costruita apposta da Thodoris nel giardino di casa sua.Con il tempo ha imparato a conoscere tutti i pescatori; aspettava che tornassero a terra e gli dessero dei pesci, affrettandosi ad acchiapparli prima che arrivassero i gatti.Diventò famoso; i turisti lo cercavano e lo fotografavano mentre si aggirava per le stradine di Mykonos.La sua fine è stata improvvisa; è stato vittima di un incidente stradale nel 1985. Ma siccome i mykoniati erano ormai affezionati al pellicano che negli anni è diventato quasi un segno distintivo dell’isola, di quell' isola povera che non aveva ancora conosciuto gli ebbri della ricchezza e del turismo, hanno sempre un pellicano che si aggira per le stradine e che si chiama Petros.
La kremmydopita è un altro segno distintivo dell’isola. Questa mia non è la kremmydopita di Mykonos, che richiede la tyrovolia (formaggio locale); inoltre è stata fatta con un impasto diverso, molto facile da realizzarsi che ho visto sul quotidiano “to vima” e che ho riprodotto con qualche piccola variazione.
Petros con Thodoris e 2 bimbi in una foto del 1963 - foto e info da qui
Per una teglia rotonda diam. 20 cm.