Ho smesso di comprare da Pittarello quando notai che i suoi cartelloni pubblicitari rappresentano la donna come un mero oggetto sessuale. L’ultima volta entrai in uno dei suoi punti vendita.
Vidi una donna completamente nuda e ricoperta di petali rossi nelle parti più intime. Da allora girai i tacchi (non della Pittarello) e andai ad acquistare le scarpe in un altro negozio.
Mi infastidì e mi infastidisce tutt’ora come la donna viene rappresentata da questo brand di scarpe che (o forse anche per questo) non vende solo scarpe da donna.
Le donne appaiono sempre semi nude (o copletamente nude), con e mutande abbassate al livello delle scarpe. Non so proprio cosa vogliano comunicare questi messaggi e cosa abbiano realmente a che fare con le scarpe. Se la scarpadovrebbe attirare delle consumatrici, perchè la si pubblicizza come si pubblicizza in genere un silicone sigillante? (non che sia d’accordo, ho denunciato la Saratoga più volte per sessismo).
Mi chiedo se la Pittarello abbia una minima idea che le scarpe servono alle donne, piacciono alle donne e non vengono acquistate per soddisfare il feticismo maschile.
Che bisogno c’è di rappresentare la donna come una specie di prostituta avvolta solo da una pelliccia in una posizione che suggerisce disponibilità sessuale?
Ho notato che negli ultimi vent’anni siamo arrivati di fronte ad un fenomeno inquietante: mentre qualche anno fa il corpo femminile veniva rappresentato come oggetto solo per pubblicizzare prodotti maschili (non che sia giusto, per carità), oggi questo accade anche per pubblicizzare prodotti prettamente femminili.
Ciò vuol dire che in pubblicità la condizione femminile è peggiorata (come in ogni “settore” italiano). Si fa talmente fatica a rappresentare una donna in maniera non sessualizzata per ogni cosa che il risultato è questo: privare alla donna del ruolo di interlocutrice. Forse a causa della televisione e del martellante ruolo della velina spacciato per modello vincente. Ruolo che le donne hanno ormai introiettato. Chi lo sa.