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Questa potrebbe sembrare la solita classifica ma in realtà è altro. Io lo definirei un omaggio, un modo per riconoscere quelli che sono stati (e non ancora) miei punti di riferimento in campo cinematografico. Ci sono i film della vita, ci sono le colonne sonore della vita e ci sono, soprattutto, i registi della vita. Quelli che hanno acceso - o riacceso - l'amore per il cinema, quelli che ci hanno accompagnato in un determinato periodo, quelli che lo fanno tutt'ora. Insomma: più che registi, migliori amici. E io vorrei dedicare questo post al loro, parlarvi di loro senza per questo fare un torto a tutti gli altri miei registi preferiti (che sono molti e ben selezionati). Per questo questa volta la classifica sarà di sole 6 posizioni. Ed ecco che si va:
6) Lucio Fulci
L'horror è il genere che mi ha fatto amare il cinema. Ho iniziato a guardare questo genere di film presto, forse troppo, ma non è questo il punto. Il punto è che ci sono pellicole che ti condizionano per l'esistenza. Una di queste è L'Aldilà, di Lucio Fulci. Ora, immaginate un bambino di 11 anni che registra un film dalla tivù. Immaginate che se lo veda la prima volta con gli amici, resta sconvolto, lo riguarda, lo vede ancora. Lo impara a memoria. Poi passano gli anni è quel film gli è rimasto un po' dentro, anche se la VHS su cui lo teneva conservato chissà dov'è svanita. Eppure da allora ho recuperato gli altri film del regista romano che in un certo senso mi ha "svezzato" all'horror che conta, dopo i vari Nightmare e Halloween, che mica sono roba da poco. Ma una scena come questa nessun'altro potrà girarla o anche solo idearla.
5) Hayao Miyazaki
Se cinema significa ancora "sogno", allora Miyazaki di sogni è un fabbricante o meglio, un artigiano. Guardare una sua pellicola animata equivale entrare in un universo parallelo, viverlo con i suoi personaggi, soffrire, gioire e aver paura. Sentire le lacrime scorrere calde sul viso e rimanerci male quando il film finisce e quel mondo chiude le sue porte, sbattendoci fuori. Perchè parliamo di un vortice che ti cattura inesorabilmente, di colori pastello che esplodono come la fantasia dell'autore e quella dello spettatore appresso. Il lungometraggio animato del maestro giapponese che più di altri mi ha fatto (e mi fa) vivere questo tipo di emozioni è La città incantata (2003) che ancora rimane il mio preferito. Per capire il motivo basta guardare una clip a caso.
4) John Carpenter
E' inutile, per me non cambierà mai: dimmi horror e io penso a lui, a questo signore con i baffi. A quest'uomo che è sinonimo di un certo tipo di cinema, al di là del genere (che resta e resterà sempre il mio preferito). Letterario, non a caso lovecraftiano, imperfetto e acuto. Colui che non si è mai posto limiti anche a costo di sbagliare. Lo percepisci l'orrore quando guardi i suoi film e rimani ipnotizzato, senza speranza come i suoi protagonisti. Strano però che il film che mi tenga più legato a lui non sia un horror: sto parlando di quel cult assoluto che è Grosso guaio a Chinatown, dove il nostro prende un genere - inutile ripetere di quale genere si tratti - e ci gioca, creando un action dalle tinte paranormali (auto)ironico e grottesco, cartoonesco e folle. E poi c'è lui, il mattatore:
3) David Cronenberg
Tanti anni fa vidi un film: si chiamava Scanners. Scanners è una pellicola in grado di far esploder... ehm, impazzire le menti di giovani spettatori inesperti. Io lo vidi giovanissimo e ne rimasi forse persino traumatizzato, perché non è facile andare oltre le immagini e percepire una poetica come quella sviluppata dal canadese, perché quel che resta è la potenza degli effetti speciali, della storia, dell'idea. Mi rimase in testa per anni, finché non decisi che avrei dovuto approfondire questo regista carnale ma celebrale al tempo stesso. E fu così che una cotta si trasformò in amore. Forse Scanners non è il più rappresentativo o il più bello dei suoi film, ma ho imparato ad adorare anche i suoi capolavori. E non. Ma la forza visiva di quel film rimane ancora uno dei motivi per cui ho deciso che il cinema poteva darmi molto, rivelarmi tanto e farmi sentire come mi sento tutt'ora quando guardo un film: emozionato.
2) Federico Fellini
Fellini è il regista che mi ha fatto scoprire il cinema italiano. O meglio, un certo tipo di cinema. Fino a quel momento la settima arte made in il bel paese non mi aveva mai interessato, mai attratto davvero. Poi diedi una possibilità a 8 1/2 e "boom", deflagrazione. Perchè 8 1/2 è arte e Fellini era un artista. Uno di quelli che ama fare quel che fa, che lo fa bene perché gli riesce bene ma, soprattutto, che ha un'attitudine visiva che glielo permette al meglio. Un visionario legato alla realtà, un tramite tra il mondo onirico e quello di tutti i giorni. Prendiamo ad esempio un fotogramma del suo capolavoro e ce ne rendiamo subito conto. Ci manca Fellini, io lo vorrei ancora qui. Sicuramente avrebbe tanti altri mondi per stupirmi ancora, forse persino di più. Nel incertezza del nostro panorama artistico non possiamo però far altro che vedere i suoi film e sperare che il cambiamento, prima o poi, arrivi.
1) David Lynch
Lo so, sarete nauseati, ma stiamo parlando del mio artista preferito, quindi abbiate pietà. Tra l'altro Lynch è il regista che mi ha fatto re-innamorare del cinema. Perché dopo averlo scoperto capii che non esisteva solo l'horror, non esistevano solo alcuni registi ma la possibilità di fare qualunque cosa con la macchina da presa. All'inizio fu il verbo, e il verbo in questo caso è la serie tv Twin Peaks. Così conobbi il nume tutelare di sto blog. Ovviamente fu amore ma ero ancora un ragazzino che una cosa come quella non l'avrebbe nemmeno dovuta vedere. Quindi passò del tempo, passarono anni ed ecco arrivare il 2001. Mulholland Drive. La miccia si riaccese. Si riaccese quella che portava a Lynch, conosciuto e chiuso a chiave in un cassetto della memoria, si riaccese quella per il cinema, amore un po' lasciato a se stesso. Lynch è uno dei miei migliori amici. Quando ho bisogno di un consiglio, quando sono allegro, triste o così così, guardo un suo film. Il più delle volte mi fa bene, altre mi deprime o mi uccide per la paura. Ma fa niente, lo amo anche per questo.
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